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NBA 2018/2019: Boston ottiene il fattore campo su Indiana, ottavo seed vicino per i Magic

Jayson Tatum, Boston Celtics 2018-2019 - Foto Erik Drost CC BY-SA 2.0


La notte italiana di sabato 6 aprile ha visto in scena lo svolgersi di tredici partite della regular season NBA 2018/2019. Notte di partita cruciali, soprattutto in ottica playoff ad Est: vincono Celtics, Magic e Hornets, mentre escono rimaneggiati i Pacers e gli Heat. I Warriors faticano in casa contro i Cavs ma alla fine la spuntano con 40 punti e un 9 su 12 dall’arco di Steph Curry. I Lakers vincono il derby di Los Angeles grazie a uno strano duo: quello formato da Alex Caruso e Kentavious Caldwell-Pope.

LE CLASSIFICHE DELLE CONFERENCE

Indiana Pacers-Boston Celtics 97-117

Tutto facile per Boston nella partita più importante per i Celtics di questa regular season. Un successo in trasferta dal triplice significato: i bianco-verdi battono a domicilio i Pacers, avversari diretti che incroceranno nuovamente tra una settimana nel primo turno playoff, prendendosi una vittoria che rende non più equivalenti i record delle due squadre (Boston sale a 48-32, Indiana 47-33) e regala ben due partite di vantaggio ai Celtics, che adesso possono disporre anche del tiebreaker (3-1 in favore dei ragazzi di Brad Stevens negli scontri diretti). Merito di un perfetto Gordon Hayward, autore di 21 punti tirando 9 su 9 dal campo, 3 su 3 ai liberi, dal clamoroso impatto nei 26 minuti giocati in uscita dalla panchina (+23 di plus/minus). Insomma, la notizia migliore per Boston che si gode anche un Jayson Tatum da 22 punti e ben sei giocatori in doppia cifra, che non fanno sentire la mancanza di Jaylen Brown ancora alle prese con problemi alla schiena. Dall’altra parte Bojan Bogdanovic si prende una partita di riposo, autore di soli quattro punti con 1 su 8 al tiro e non bastano i sette giocatori in doppia cifra a evitare ai Pacers la peggior sconfitta casalinga di questa stagione: non solo in termini di larghezza di risultati, ma anche di ambizioni playoff.

Hayward è diventato il primo giocatore dai tempi di Kevin McHale (1986) a mettere a referto 20 punti segnando tutti i tiri tentati. Gli uomini di coach Stevens hanno tirato questa notte con un superbo 52.2% dal campo. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro gli Orlando Magic.

Cadono quindi i Pacers dopo due vittorie di fila: da segnalare tra le prestazioni quella di Myles Turner (15 punti e 7 rimbalzi) e quelle di Domantas Sabonis e Tyreke Evans (entrambi con 12 punti a referto). Indiana ha tirato col 41.3% dal campo e con 10 su 23 dall’arco. Prossima partita: domenica notte, in casa contro i Brooklyn Nets.

Orlando Magic-Atlanta Hawks 149-113

Primo tempo da record per gli Orlando Magic, che mettono in chiaro sin dalla palla a due quale delle due squadre sul parquet stesse ancora giocando per qualcosa. Il parziale del primo quarto spezza in due la gara: 42-18, seguito poi da altri 39 punti messi a referto dai Magic che toccano così quota 81 già prima dell’intervallo lungo. È record all-time per la franchigia della Florida, che raccoglie un altro successo decisivo e continua la sua risalita, consapevole che tutto si deciderà nelle ultime due sfide, ovvero Boston e Charlotte in trasferta, giusto per non complicare l’assunto e il calendario. Per conquistare il successo in Georgia invece sono bastati tre giocatori a quota 25 punti segnati: Nikola Vucevic, protagonista del parziale del primo quarto e abile a raccogliere anche 11 rimbalzi; Terrence Ross in uscita dalla panchina con un ottimo 6 su 10 dall’arco; Evan Fournier, che chiude il match tirando 11 su 14 e un eloquente +32 di plus/minus. Dall’altra parte 22 punti di Young, 20 di Collins e una certezza: contro Orlando non c’è stata partita.

Nona vittoria di fila in casa per gli Orlando Magic. Gli uomini di coach Clifford hanno tirato nel primo tempo col 66% dal campo, includendo uno strabiliante 9 su 16 dai tre punti. Prossima partita: lunedì notte, al TD Center di Boston.

Tra le fila degli Atlanta Hawks non erano presenti stanotte Kevin Huerter (dolore alla zona lombare) e Kent Bazemore (stiramente all’adduttore). Prossima partita: lunedì notte, al Fiserv Forum di Milwaukee.

Oklahoma City Thunder-Detroit Pistons 123-110

Il compito più difficile era quello che spettava ai Detroit Pistons, impegnati a Oklahoma City contro un avversario ancora in ballo a Ovest e a caccia del miglior piazzamento. Paul George mette infatti subito in chiaro le cose, chiudendo con 30 punti a referto uniti ai 19, 8 rimbalzi e 15 assist (di cui uno spettacolare per Steven Adams, il più bello dell’anno) di Russell Westbrook. Il numero 0 di OKC raggiunge così l’aritmetica certezza di concludere per il terzo anno in fila una stagione in tripla-doppia di media: mai nessun giocatore prima di lui c’era riuscito nella storia NBA. I Pistons scivolano così all’ottavo posto a Est (39-40), nonostante la prestazione maiuscola di Blake Griffin, che torna sul parquet dopo tre gare d’assenza ancora convalescente, ma dimostra di aver ritrovato smalto e brillantezza. L’ex Clippers gioca tre quarti celestiali, da 44 punti complessivi con 9 su 14 dall’arco (massimo in carriera) e un impatto enorme sul match. Sul più bello però Griffin finisce la benzina e segna un solo punto nell’ultima frazione, con Detroit che non trova alternative in attacco (particolare la gara di Drummond, con 2 su 3 al tiro e quattro punti in 27 minuti) e si pianta. Alla sirena finale sono 14 punti complessivi di squadra nell’ultimo quarto: troppo pochi per sperare di battere i Thunder a domicilio.

Seconda vittoria consecutiva per i Thunder, che stanno cercando in tutti i modi di evitare l’ottavo seed ad Ovest: al momento sono settimi (46-33) con mezza partita di vantaggio sugli Spurs (46-34). Prossima partita: domenica sera, al Target Center di Minneapolis.

Blake Griffin ha segnato ben 17 dei suoi 44 punti nel primo quarto. Reggie Jackson, ex dei Thunder e autore questa notte di 10 punti in 27 minuti, è stato fischiato questa notte dalla Chesapeake Energy Arena. Prossima partita: domenica notte, in casa contro gli Charlotte Hornets.

Minnesota Timberwolves-Miami Heat 111-109

Dwyane Wade sbaglia sulla sirena la tripla del possibile sorpasso in extremis, condannando gli Heat a una pesante sconfitte in termini di classifica. Miami incassa il terzo KO consecutivo nel momento peggiore, scivolando a una gara di distanza dall’ottavo posto (38-41) adesso occupato da Detroit (39-40). Alla squadra di coach Spoelstra sono mancate le forze contro un avversario che non ha più nulla da chiedere a questa regular season. In casa T’Wolves sono 19 punti a testa per Dario Saric e Gorgui Dieng, a cui si aggiungono i 18 di Andrew Wiggins e la non invidiabile tripla-doppia di Karl-Anthony Towns da 13 punti, 12 rimbalzi e ben 11 palle perse. Poco importa, visto che Miami non riesce ad approfittarne, in una sfida in cui il capitano numero 3 della squadra della Florida, a un passo ormai dal ritiro, è ancora una volta il migliore in campo dei suoi: 24 punti nei 29 minuti in uscita dalla panchina, con +13 di plus/minus e un grande impatto sul match. Non è bastato però a riagganciare Brooklyn all’ottavo posto (39-40); la squadra che gli Heat sfideranno nell’ultima e decisiva sfida. Un treno da non lasciarsi sfuggire per nulla al mondo.

I T’Wolves diventano la seconda franchigia nella storia a concedere 1000 triple in una stagione, unendosi ai Bucks di quest’anno. Gli uomini di coach Saunders, sotto a fine terzo quarto, prima di questa partita avevano un record di 5-32 nelle partite in cui si sono trovati sotto ad inizio quarto quarto. Prossima partita: domenica sera, alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City.

Dion Waiters ha provato ad aiutare Wade, segnando 22 punti e tirando con 6 su 12 dall’arco. Ancora assenti tra le fila di coach Spoelstra Josh Richardson (stiramento all’anca sinistra) e Derrick Jones Jr. (contusione al ginocchio destro). Prossima partita: domenica sera, alla Scotiabank Arena di Toronto.

Charlotte Hornets-Toronto Raptors 113-111

Non mollano la presa neanche gli Hornets, chiamati a vincere e a sperare nei passi falsi delle altre più avanti in classifica. Soprattutto perché Jeremy Lamb sembra averci preso gusto dopo il clamoroso canestro da lontanissimo che regalò il successo a Charlotte meno di due settimane fa. L’avversario sono di nuovo i Toronto Raptors, ma stavolta il compito è decisamente più facile: sempre una tripla, ma con qualche secondo in più sul cronometro, con i piedi ben posizioni sull’arco e arrivata dopo uno splendido scarico per mettere in ritmo il compagno da parte di Kemba Walker. Risultato? Tre punti e sorpasso dopo il bersaglio di un Kawhi Leonard da 29 punti e 6 rimbalzi con 12 su 18 al tiro. Ai Raptors è una sconfitta che non cambia nulla, mentre Charlotte si gode i 29 punti e 8 assist di Kemba Walker, i 22 a testa arrivati a gara in corso per Frank Kaminsky e il già citato Lamb e soprattutto una vittoria che tiene in linea di galleggiamento gli Hornets: serve un miracolo, proprio come quelli arrivati allo scadere per ben due volte contro Toronto.

Gli Charlotte Hornets (37-42) sono al decimo seed ad Est: con tre partite rimanenti sono due le partite di distanza dai Detroit Pistons (39-40). Assenti Marvin Williams (stiramento al piede destro) e Cody Zeller (ginocchio). Prossima partita: domenia notte, alla Little Caesars Arena di Detroit.

Termina la streak di cinque vittorie consecutive per i Raptors. Oltre alla prestazione di Leonard bisogna segnalare quelle di Ibaka (20 punti e 12 rimbalzi) e Kyle Lowry (16 punti e 11 assist). Prossima partita: domenica sera, in casa contro i Miami Heat.

Golden State Warriors-Cleveland Cavaliers 120-114

Solamente un anno fa la sfida tra Warriors e Cavs era attesa come una partita di cartello, complici le quattro finali consecutive in cui si sono affrontate le due squadre. Oggi ovviamente il 23 di Cleveland è rimasto vacante e tutto è cambiato, ma se non altro i Cavs hanno dato battaglia fino all’ultimo mantenendo lo scarto finale sotto la doppia cifra. Viene da chiedersi però come sarebbero finite le quattro Finali se Steph Curry avesse cominciato già da allora a indossare le lenti a contatto che gli hanno sistemato la vista: dopo una serata da 1 su 9 dall’arco con i Lakers, il due volte MVP si è rifatto con gli interessi sui malcapitati Cavs, realizzando 9 delle 12 triple tentate e chiudendo con 40 punti a referto. In un colpo solo Curry è salito così al terzo posto nella classifica marcatori della storia della franchigia, portandosi alle spalle di Wilt Chamberlain (distante 1.500 punti) e Rick Barry (avanti di 164 punti). I californiani, alla penultima partita di regular season alla Oracle Arena, hanno avuto anche 20 punti da Draymond Green e 15 da Kevin Durant, portandosi così a una sola vittoria dall’assicurarsi il fattore campo per tutti i playoff a Ovest. Ai Cavs non sono serviti i 27 punti del rookie Collin Sexton e il parziale di 4-12 guidato da Larry Nance che li aveva riportati a -3, venendo ricacciati indietro da Curry che ha fatto anche le veci di DeMarcus Cousins e Andre Iguodala, tenuti a riposo in vista dei playoff.

Klay Thompson ha segnato 11 punti tirando solo 1 su 7 dall’arco. Prossima partita: lunedì notte, in casa contro i Los Angeles Clippers.

Brandon Knight ha ricevuto un fallo tecnico all’interno del terzo quarto. Di nuovo in campo questa notte dopo una partita di riposo Tristan Thompson (12 punti e 6 rimbalzi), mente è ancora out Matthew Dellavedova (commozione cerebrale). Prossima partita: domenica sera, in casa contro i San Antonio Spurs.

 

Altre dai campi:

Sconfitta nel derby di Los Angeles per Danilo Gallinari e i suoi Clippers. A vincere sono i Lakers per 122-117 grazie ad un sempre più eccezionale Alex Caruso, che mette a referto il suo career high con 32 punti (5 su 7 dall’arco). Sono proprio Caruso e Caldwell-Pope (25 punti) a segnare i canestri decisivi nel finale di partita, con i Clippers che hanno provato ad aggrapparsi ad un Gallinari da 27 punti, 8 assist e 6 rimbalzi.

Non è sceso in campo, invece, l’altro italiano d’America. Marco Belinelli è rimasto a riposo per un problema all’anca nel successo dei suoi San Antonio Spurs contro gli Washington Wizards per 129-112. Grande prova di squadra degli Spurs con ben otto giocatori in doppia cifra e con il migliore che è stato LaMarcus Aldridge con 24 punti.

I Nuggets restano in scia dei Warriors dopo il successo per 119-110 contro i Portland Trail Blazers. Decisivo un ultimo quarto da 35-23 per la squadra di coach Malone e la quasi tripla-doppia di Nikola Jokic (22 punti, 13 rimbalzi e 9 assist).

Settimo successo consecutivo per gli Utah Jazz, che si confermano la squadra con la miglior striscia di vittorie del momento: 119-98 per la quinta forza ad Ovest grazie ai 23 punti di Donovan Mitchell e al career-high di Grayson Allen, che mette a referto dalla panchina sempre 23 punti.

La prima tripla-doppia della carriera di Delon Wright (29 punti, 10 rimbalzi e 14 assist) regala la vittoria ai Memphis Grizzlies sui Dallas Mavericks per 112-122. Successo al supplementare per i Phoenix Suns, che superano 133-126 i New Orleans Pelicans con 26 punti di Jamal Crawford.

Infine agevole successo dei Rockets in casa contro i Knicks, dove bastano 26 punti, 8 rimbalzi e 8 assist di James Harden a far fronte alla tripla-doppia di Mario Hezonja (16 punti, 16 rimbalzi e 11 assist).

 

Tutti i risultati di sabato 6 aprile

Indiana Pacers-Boston Celtics 97-117

Orlando Magic-Atlanta Hawks 149-113

Oklahoma City Thunder-Detroit Pistons 123-110

Minnesota Timberwolves-Miami Heat 111-109

Charlotte Hornets-Toronto Raptors 113-111

Golden State Warriors-Cleveland Cavaliers 120-114

Los Angeles Clippers-Los Angeles Lakers 122-117

San Antonio Spurs-Washington Wizards 129-112

Denver Nuggets-Portland Trail Blazers 119-110

Utah Jazz-Sacramento Kings 119-98

Dallas Mavericks-Memphis Grizzlies 112-122

Phoenix Suns-New Orleans Pelicans 133-126 OT

Houston Rockets-New York Knicks 120-96

 

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