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La notte italiana di venerdì 11 gennaio ha visto lo svolgersi di quattro partite della regular season NBA 2018/2019. Partita da record tra Thunder e Spurs con doppio overtime, dove piovono triple: colui che è a capo dell’attacco dall’arco è Marco Belinelli con una prestazione immacolata. Un redivivo LaMarcus Aldridge gioca la partita della vita, mente Westbrook è la solita mina vagante impazzita, imprevedibile per tutti (compagni compresi). Prestazione solida per i soliti Denver Nuggets e per Jokic. Sconfitta inaspettatamente (anche se in back-to-back) Boston a Miami, dove gli Heat non fanno vedere palla agli uomini di Stevens.
Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 147-154 (2OT)
Partita storica, partita infinita e, come ne consegue, partita da numeri irreali. Quattro career-high sono stati ritoccati: i protagonisti sono Aldridge, White, Westbrook e Grant. Per non farci mancare nulla, era quasi scritto nelle stelle che coach Pop dovesse marcare la sua vittoria numero 1222 in carriera (scalzando Sloan dal podio) con una partita del genere. LaMarcus Aldridge (dato per acciaccato e sul tramonto a inizio regular season) piazza 56 punti senza alcuna tripla tentata e 20 su 33 dal campo. Derrick White segna 23 punti, migliorando il suo career-high dopo i 22 segnati l’ultimo dell’anno contro i Celtics. Numeri da PlayStation, ma letteralmente da PlayStation per Russell Westbrook, con una tripla doppia da 24 punti, 13 rimbalzi e 24 assist (career-high) con soltanto tre palle perse. Jeremy Grant migliora il career-high stabilito questa stagione con Sacramento, segnando 25 punti stanotte. Irreale la prestazione degli Spurs dall’arco, con un irreale Marco Belinelli (ma fino a un certo punto, perché in questo Marco è un dei migliori della lega): 5 su 5 Belinelli (che terminerà con 19 punti), 4 su 4 Bertans, 3 su 3 Forbes e 3 su 4 Mills; gli Spurs tirano 16 su 19 da tre, con quindi un impossibile 84,2% dall’arco. San Antonio ha addirittura messo le prime 14 triple tentate, ovviamente raggiungendo il record di franchigia.
Primo quarto a stampo Spurs, che hanno già guadagnato un vantaggio di 10 punti (23-33), con un Belinelli incandescente che ha mette subito a referto 11 punti (di cui tre triple nel primo minuto della partita). Nel secondo quarto OKC segna 40 punti a fronte dei 37 degli Spurs, accorciando (63-70) grazie a 11 punti di George (approposito, finirà la partita con 30 punti, ma è una delle poche volte che chi trentella è oscurato da almeno due giocatori), ma il Beli mette altre due triple raggiungendo 17 punti in un tempo. Ecco nel terzo quarto che arrivano i due eroi Spurs (oltre al Beli): Aldridge segna 16 punti nel terzo parziale, mentre Forbes ne mette addirittura 12 (avendone segnati solo 3 nel primo tempo). Gli Spurs allungano leggermente grazie a un parziale di 30-35 nel terzo quarto, entrando nel quarto quarto con 12 punti di vantaggio (93-105). Vantaggio che viene totalmente spazzato dal quarto quarto dei Thunder, che riescono a pareggiare a 6:11 dalla fine dei tempi regolamentari dopo due canestri consecutivi di Adams in seguito ad errori al tiro di Westbrook: il neozelandese non giocherà il resto del tempo regolamentare dopo essersi procurato una leggera slogatura alla caviglia, ma giocherà inaspettatamente i supplementari. Aldridge segna 8 punti consecutivi con Adams fuori, ma tre triple consecutive di Ferguson pareggiano di nuovo 126-126. White mette una tripla dopo che gli Spurs non ne stavano più tirando. Sul 128-130 il Beli perde una palla a centrocampo ai danni di Grant, che pareggia a con un lay-up a 5.6 secondi dalla fine. DeRozan sbaglia il jumper della vittoria e, in seguito, sbaglierà anche il jumper della vittoria nel primo overtime con 0.3 secondi mancanti sul 141-141. Nell’ultimo quarto un fallo tecnico di George, il seguente libero di Aldridge e 4 punti di fila tra White e DeRozan chiudono la pratica a pochi minuti dall’inizio del secondo overtime. Per gli Spurs Aldridge supera Magic Johnson nella classifica di punti totali in carriera con 17.758 punti. Il record precedenti di triple nel primo quarto per gli Spurs era di 11, raggiunto nel 2002 contro Sacramento. Gli Spurs vincono la loro sesta partita nelle ultime sette giocate. Prossima partita per gli Spurs sempre contro Oklahoma, ma stavolta in trasferta. I Thunder sono la squadra che concede meno efficienza agli avversari dall’arco, con solo il 33% delle triple realizzate, ma stanotte gli Spurs avevano qualcosa di magico nei polpastrelli. Perdono la loro settima partita di fila in casa dei San Antonio Spurs.
Los Angeles Clippers-Denver Nuggets 100-121
Un’altra notte piena di emozione anche per Nikola Jokic, che termina con la sua tripla-doppia numero 21 in carriera, dopo aver piazzato la ventesima mercoledì sera a Miami (con annesso game-winner): 18 punti, 14 rimbalzi e 10 assist. Murray dà il suo contributo con 23 punti, mentre Mason Plumlee aggiunge un season-high di 17 punti. Contro la franchigia che l’ha plasmato il nostro Danilo Gallinari continua con la sua stagione costante mettendo a referto 18 punti (corre con una media in stagione di 19.5 punti), tuttavia stasera è Lou Williams il miglior realizzatore con 19 punti. Il Gallo ha ricevuto un applauso dal pubblico del Pepsi Center quando il suo nome è stato annunciato. Partita quasi mai in discussione, con i Denver Nuggets che la ipotecano già nel primo quarto con un vantaggio di 12 punti (25-37), grazie soprattutto a 11 punti in questo parziale di Malik Beasley (che terminerà con 15 punti totali). I Clippers, dopo essere stati in vantaggio 5-3 a 10:04 dalla fine del primo quarto, rincorrono per tutta la partita, avvicinandosi a un massimo di sei punti a 3:48 dalla fine del tempo (48-54). Nel terzo quarto sprofondano a un massimo di 15 punti a 6:14 dalla fine del periodo (62-77), momento in cui la partita non riesce più ad essere riagguantata. Parlando di terzo quarto, a 8:52 dalla fine di esso vi è una giocata di Jokic che sarebbe possibile solo a uno Stockton (vedi gara 4 Finals 1997): rimbalzo per “The Joker”, passaggio tutto campo direttamente dalla ricezione con una precisione millimetrica; dall’altra parte dell’arcobaleno c’è Jamal Murray che appoggia un facile tap-in. Nel quarto quarto si giunge sull’81-102 a 9:03 dalla fine della partita ed inizia ufficialmente il garbage time.
I Nuggets estendono la propria streak positiva in casa a 11 vittorie e il loro record a 28-12. Con un record di 17-3 sono la migliore squadra casalinga dopo i Sixers (18-3). Gary Harris ha saltato la sua seconda gara consecutiva a causa di un irrigidimento al tendine del ginocchio sinistro. Problemi anche per Juancho Hernangomez, stavolta per uno stress addominale: è comunque sceso in campo. Per i Nuggets prossima partita a Phoenix. Sempre fuori Luc Mbah a Moute invece per i Clippers (dolore alla gamba sinistra). Fuori per altri motivi Beverley, cacciato dagli arbitri nel quarto quarto per proteste. Per i Clippers prossima partita contro Portland, che inizierà un filotto di quattro partite consecutive in casa.
Boston Celtics-Miami Heat 99-115
Altra partita inaspettatamente poco combattuta invece all’American Airlines Arena tra Celtics e Heat: sconfitta di Boston inaspettata (anche se in back-to-back) dopo la prestazione degli uomini di Stevens contro Indiana. Protagonista un infinito Dwyane Wade, che segnerà 8 dei suoi 19 punti nel terzo quarto, nel quale i Celtics, dopo essere piombati ad un distacco siderale, stavano provando a riagguantare la partita. Josh Richardson segna 18 punti per Miami, la quale ha messo in essere due season-highs: il primo per le triple a referto (18), il secondo per gli assist creati (33). Derrick Jones Jr aggiunge 13 punti, mentre Winslow mette a referto 13 punti e un career-high di 11 assist. Kyrie Irving conduce tutti gli scorer della partita con 22 punti e 10 su 19 dal campo. Insolita prestazione realizzativa di Smart con 18 punti (4 su 8 dall’arco), mentre Morris e Tatum segnano entrambi 17 punti. Dopo un primo quarto equilibrato (24-28), l’equilibrio permane fino a 2:58 dalla fine del tempo, dopo un canestro in fadeaway di Irving (41-46): da questo momento Miami piazza un parziale di 4-17 (tra cui 6 punti di Winslow e 5 di Jones) e guadagna un vantaggio di 18 punti a fine primo tempo (43-61); è il più ampio vantaggio per gli Heat a fine primo tempo di questa regular season. Da segnalare una tripla di Jones al buzzer-beater quasi da centrocampo. Un parziale di 3-11 per iniziare il terzo quarto spinge il distacco a un massimo di 26 punti (46-72), che indicherebbe una Miami in completo controllo. Il basket è strano tuttavia: Boston segna 16 punti non facendo segnare Miami, arrivando a -10 a 4:03 dalla fine del terzo quarto con la tripla di Smart. Ecco però che entra in partita Wade, che infila una tripla per bloccare l’emorragia e segna 8 punti nei minuti finali del terzo quarto, facendo entrare Miami nell’ultimo parziale con 11 punti di vantaggio (72-83). Tra 10:09 e 9:02 del quarto quarto Tyler Johnson trova due triple che definitivamente chiudono la partita, impattando il +19 di vantaggio (76-95).
Partita numero 400 di fila per gli Heat col tutto esaurito: probabilmente ne vale la pena, dato che gli Heat (20-20 al momento), a meno di suicidi cestistici, faranno i playoff ad aprile. Prossima partita per gli Heat in casa contro Memphis: giro di boa per gli uomini di Spoelstra, alla partita numero 41 in regular season. Terza sconfitta consecutiva per Boston contro Miami: ciò non accadeva dal 2012, ovvero dagli sconti contro gli Heat di James, Wade e Bosh. Prossima partita per i Celtics sempre in Florida contro Orlando, con la quale ha vinto sette degli ultimi nove incontri.
Tutti i risultati di venerdì 11 gennaio
Oklahoma City Thunder-San Antonio Spurs 147-154
Los Angeles Clippers-Denver Nuggets 100-121
Boston Celtics-Miami Heat 99-115
Detroit Pistons-Sacramento Kings 102-112