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NBA 2018/2019: 4OT tra Hawks e Bulls. Lakers crollano nel finale, Leonard decisivo

Kent Bazemore - Foto Keith Allison CC BY-SA 2.0

La notte italiana di sabato 2 marzo ha visto in scena lo svolgersi di sette partite della regular season NBA 2018/2019. Una partita indescrivibile è stata quella tra Atlanta e Chicago, vinta dai padroni di casa: un “instant classic” difficile da descrivere, del quale bisogna assolutamente guardare gli highlights. I Lakers, dopo aver retto per oltre tre quarti e mezzo, crollano allo Staples Center sotto i colpi del mai domo Eric Bledsoe: probabilmente è la parola fine del sogno playoff. Ai Bucks rispondono i Raptors, con Leonard che si dimostra nuovamente (numeri alla mano) uno dei giocatori più affidabili nei finali di partita: è suo il jumper decisivo per abbattere Portland.

Chicago Bulls-Atlanta Hawks 168-161 4OT

La gara più pazza dell’anno premia i Bulls dopo quattro overtime. Si tratta della terza gara a punteggio più alto nella storia della NBA: un duello epico che ha visto protagonisti da una parte Trae Young, autore di 49 punti, e dall’altra Zach LaVine, che ha chiuso con 47 punti, 9 assist e 9 rimbalzi, uscendo dal campo come vincitore. Una partita che ha siglato parecchi record: 68 minuti, 329 punti, 4 tempi supplementari.
I 329 punti sono il terzo totale più alto di sempre nella storia della lega: le uniche due partite con un punteggio combinato superiore sono state Detroit Pistons-Denver Nuggets nel 1983 (370 punti) e Milwaukee Bucks-San Antonio Spurs nel 1982 (337 punti).
Si tratta della quindicesima partita che ha avuto bisogno di quattro tempi supplementari per decretare un vincitore. Le ultime tre hanno visto curiosamente coinvolte sempre o Atlanta o Chicago. L’ultima è andata in scena il 29 gennaio 2017 con gli Hawks di fronte ai Knicks. Il record per numero di tempi supplementari in una gara NBA rimane di sei.
Per i Chicago Bulls si tratta del nuovo record di franchigia per punti realizzati: il precedente era di 156 in una partita terminata sempre dopo 4OT, in trasferta a Portland il 16 marzo 1984. Anche per gli Atlanta Hawks si tratta del nuovo record di franchigia per punti realizzati in una singola partita, il precedente era di 155, stabilito due volte: la prima a San Diego contro i Clippers l’11 febbraio 1970, la seconda contro New York il 24 gennaio 1960.
Il totale mandato a referto da Trae Young (49 punti) è il massimo mai fatto registrare da un rookie nella storia degli Atlanta Hawks (e quindi anche il suo massimo in carriera). È anche il totale più alto segnato quest’anno da una matricola in tutta la lega. Gli unici altri due giocatori capaci al loro primo anno nella NBA di segnare almeno 45 punti, distribuire almeno 10 assist e catturare almeno 5 rimbalzi sono stati Michael Jordan e Oscar Robertson. MJ ci è riuscito due volte: con 45 punti, 11 assist e 7 rimbalzi il 27 dicembre 1984 contro Cleveland e poi ancora mandando a segno 45 punti, 10 assist e 8 rimbalzi il 26 gennaio 1985 contro Atlanta. “The Big O”, invece, ha fatto registrare una tripla doppia da 45 punti, 13 assist e 12 rimbalzi in maglia Cincinnati Royals contro Syracuse il 27 dicembre 1960 (esattamente 24 anni prima del primo dei due exploit di Jordan).
Trae Young diventa solo il quarto giocatore nella storia della NBA a segnare due canestri che pareggiano o portano in vantaggio la propria squadra negli ultimi 5 secondi dell’ultimo quarto o di un tempo supplementare. Gli altri tre sono Victor Oladipo, Ray Allen e Kobe Bryant. Sempre lo stesso Young che eguaglia Allen Iverson come l’unico rookie nella storia NBA capace di segnare un totale di 120 punti in tre partite consecutive.
Meno di una settimana dopo aver stabilito il suo massimo in carriera a quota 42 punti contro Boston il 23 febbraio, Zach LaVine ritocca il suo record segnandone 47.
Vince Carter diventa il più vecchio giocatori nella storia NBA a essere rimasto in campo per 45 minuti, all’età di 42 anni: ha chiuso con 13 punti e 7 rimbalzi.
Sesta vittoria nelle ultime dieci uscite per i Chicago Bulls. Oltre alla prestazione di LaVine, sono da segnalare quelle di Markannen e Otto Porter Jr, con 31 punti a testa. Prossima partita: domenica sera, in casa contro gli Atlanta Hawks.
Non della partita John Collins, rimasto a riposo per i sintomi influenzali: al suo posto è partito in quintetto Omari Spellman, che è stato tuttavia costretto ad uscire durante il terzo quarto a causa di una distorsione alla caviglia sinistra. Prossima partita: domenica sera, allo United Center di Chicago.

Milwaukee Bucks-Los Angeles Lakers 131-120

Se ancora non ne siete convinti, la vittoria dei Milwaukee Bucks sul campo dei Los Angeles Lakers dovrebbe convincervi che questa squadra fa davvero sul serio. E non solo per la vittoria in sé e per sé (la settima consecutiva nonché la decima in trasferta, che vale la matematica certezza dei playoff), ma per l’autorità con cui è arrivata, facendo sfogare gli avversari nei primi tre quarti e piazzando il parziale decisivo negli ultimi tre minuti, chiusi con un tramortente 15-2. Merito soprattutto di Eric Bledsoe, che con 31 punti (massimo stagionale) e 9 rimbalzi ha festeggiato al meglio l’estensione di contratto annunciata dai Bucks, che si sono legati a lui per i prossimi quattro anni a 70 milioni di dollari complessivi. Un’investitura importante che lo ha responsabilizzato ancora di più, prendendosi la squadra sulle spalle sia nel terzo quarto (a un certo punto aveva realizzato o assistito 18 punti dei compagni) che nel finale, sopperendo anche a una prestazione opaca di Giannis Antetokounmpo, andando a segno con due giochi da tre punti. “The Greek Freak” ha invece chiuso con 16 punti, 15 rimbalzi e 6 assist, cifre sotto media rispetto a quanto ci ha abituati e solo il quarto miglior realizzatore dei suoi, che hanno avuto 21 punti da Malcolm Brogdon e 18 da Khris Middleton, oltre alle doppie cifre del pacchetto di lunghi formato da Lopez (11), Mirotic (11) e Ilyasova (12): a questi ultimi si aggiungerà presto anche Pau Gasol.
È una sconfitta che inevitabilmente fa molto male ai Lakers, che si ritrovano sempre piantati al decimo posto nella Western Conference (30-32) ma hanno visto aggiungersi mezza partita al loro distacco dall’ottavo posto. La contemporanea vittoria dei cugini dei Clippers (35-29) sul campo dei Sacramento Kings ha fatto scivolare San Antonio (34-29) all’ottava piazza, che rimane però a tre gare e mezza dai gialloviola. Non sono serviti i 31 punti con 7 rimbalzi e 10 assist di LeBron James e neanche la grande prestazione di Brandon Ingram, autore di 29 punti nei primi tre quarti, cominciando con 11 su 13 al tiro ma che alla fine ha aggiunto solo due punti al suo bottino nell’ultimo quarto. Inutili anche i 20 punti con 8 rimbalzi e 9 assist di Rajon Rondo, che ha lottato con grande agonismo ma è stato battezzato dalla difesa dei Bucks (4 su 12 da tre punti all’interno di un 7 su 19 dal campo) e puntato ad ogni occasione possibile, chiudendo con il secondo peggior plus-minus di squadra con -17, superato solo dal -22 di Kentavious Caldwell-Pope. Prestazione sottotono anche per Kyle Kuzma, schierato da centro titolare e autore di 12 punti, ma con 5 su 18 al tiro e 1 su 6 dalla lunga distanza in una sconfitta che rischia di pesare moltissimo nella disperata rincorsa ai playoff dei Los Angeles Lakers.
Quarta vittoria di fila per Milwaukee contro i Los Angeles Lakers. Gli uomini di coach Budenholzer non solo detengono il miglior record overall (48-14), ma sono ora anche i migliori in trasferta (23-9). Prossima partita: domenica notte alla EnergySolutions Arena di Salt Lake City.
Tra le file dei Lakers fra una settimana verrà rivalutato Lonzo Ball (contusione all’osso e distorsione alla caviglia sinistra per lui): ha ormai saltato 15 pesanti partite, con la squadra che viaggia a un record di 5-10 senza di lui. Fuori anche Lance Stephenson per una distorsione al dito del piede. Prossima partita: domenica notte, alla Talking Stick Resort Arena di Phoenix.

Los Angeles Clippers-Sacramento Kings 116-109

Fondamentale partita per le ambizioni di playoff di entrambe le squadre: il derby californiano tra Kings e Clippers regala emozioni fino all’ultimo. Se è vero che Los Angeles va sopra anche di 10 nel primo quarto (23-13 a 3:39 dal suo termine), all’intervallo è Sacramento a guidare la gara con quattro punti di vantaggio (52-56). Si decide tutto nell’ultimo periodo, dove il rookie arrivato da Philadelphia Landry Shamet manda a segno 8 dei suoi 20 punti: insieme a Danilo Gallinari, autore di 19 punti a cui aggiunge anche 9 rimbalzi, è lui il protagonista della vittoria dei Clippers, che mandano sette giocatori in doppia cifra (tutto il quintetto base più i soliti noti Lou Williams autore di 17 punti e Montrezl Harrell, che chiude a 15 con 8 rimbalzi). Sacramento ha il merito di lottare fino alla fine dopo essere scivolata anche a -13  (104-91 a 7:34 dalla fine della partita), ma i 23 punti di Buddy Hield, i 12 con 12 assist di De’Aaron Fox e i 16 con 12 rimbalzi di Willie Cauley-Stein non sono sufficienti a evitare la sconfitta interna, la quarta su quattro gare giocate quest’anno contro gli uomini di Doc Rivers, ma soprattutto la quarta su cinque partite disputate dopo l’All-Star break. I Clippers fanno la voce grossa a rimbalzo offensivo, catturando 16 palloni che si tramutano in altrettanti punti da seconde opportunità: il dominio a rimbalzo è notevole (58-46 il conto finale) anche se sono i Kings a segnare più punti nell’area pitturata, ben 62 contro i 44 dei losangelini, che però mandano a bersaglio 12 triple in una serata chiusa con il 39% scarso dall’arco.
Con questa importante vittoria Gallinari e compagni (35-29) superano i San Antonio Spurs (34-29) in classifica e raggiungono momentaneamente il settimo posto a Ovest. Vincono per la nona volta consecutiva contro i Kings. Ancora fuori per la nona partita consecutiva Wilson Chandler (problema al quadricipite). Prossima partita: domenica sera, in casa contro i New York Knicks.
Sacramento (31-31) rimane due gare e mezza dietro gli Spurs per l’ottavo e ultimo posto con i Lakers (30-32) a una partita di distanza alle loro spalle. Prossima partita: martedì notte, in casa contro i New York Knicks.

Portland Trail Blazers-Toronto Raptors 117-119

I Toronto Raptors non sono ancora pronti a lasciar perdere la corsa al primo posto nella Eastern Conference: o almeno, è quello che suggerisce il livello a cui sta giocando Kawhi Leonard, che ha realizzato il canestro della vittoria a tre secondi dalla fine per battere i caldissimi Portland Trail Blazers. Il numero 2 dei canadesi ha segnato gli ultimi due dei suoi 38 punti con un tiro in sospensione dalla linea di fondo aiutato dal ferro, lasciando pochissimo tempo a Damian Lillard per tentare solo una tripla della disperazione dalla sua metà campo. Gli sforzi di Leonard sono stati accompagnati dai 19 punti a testa di Kyle Lowry (autore anche di 10 assist) e Marc Gasol oltre che dai 16 di Pascal Siakam, propiziando la nona vittoria nelle ultime dieci. Si interrompe invece a cinque la striscia dei Blazers, che avevano cominciato la loro trasferta a Est da sette gare con quattro vittorie in fila, senza riuscire a capitalizzare sui 35 punti con 7 triple (massimo in carriera pareggiato) di CJ McCollum e i 24 di Damian Lillard, che era riuscito a pareggiare la sfida a 13 secondi dalla fine.
I Toronto sono la migliore squadra della lega per quanto riguarda le partite tirate: è 11-4 infatti il loro record nelle partite vinte con tre o meno punti. Quarta vittoria consecutiva in casa ai danni di Portland, con cui i Raptors hanno vinto sette delle ultime otto dispute. Prossima partita: lunedì notte, alla Little Caesars Arena di Detroit.
I Blazers erano privi di Enes Kanter, che non ha attraversato il confine americano per i ben noti problemi con il presidente turco Erdogan che gli avevano già fatto saltare la trasferta a Londra di gennaio con i New York Knicks. Curiosità: Portland non ha ancora vinto una partita in cui ha iniziato in svantaggio il quarto quarto, marciando con uno stravagante 0-15 in questa regular season. Resta tuttavia 18-5 il record della squadra di Stotts nei confronti delle squadre dell’Est. Prossima partita: domenica sera, allo Spectrum Center di Charlotte.

Altre dai campi:

Tra New Orleans Pelicans e Phoenix Suns finisce con la vittoria degli ospiti per 130-116, grazie ai 22 punti di Julius Randle e dei 21 di Jrue Holiday, mentre non sono sufficienti per i padroni di casa i 26 di Devin Booker.
I Brooklyn Nets perdono in casa una partita pesante in ottica playoff per 123-112 contro gli Charlotte Hornets, nonostante i 22 di D’Angelo Russell. Per gli ospiti, infatti, sono decisivi i 25 di Kemba Walker e i 22, uscendo dalla panchina, di Jeremy Lamb.
I Boston Celtics cancellano le quattro sconfitte consecutive dalle quali erano reduci e vincono contro i Washington Wizards per 96-107: in questo caso è il collettivo a fare la differenza, con sette uomini in doppia cifra e nessuno sopra i 18 punti di Al Horford.

Tutti i risultati di sabato 2 marzo

Chicago Bulls-Atlanta Hawks 168-161 4OT
Milwaukee Bucks-Los Angeles Lakers 131-120
Los Angeles Clippers-Sacramento Kings 116-109
Portland Trail Blazers-Toronto Raptors 117-119
New Orleans Pelicans-Phoenix Suns 130-116
Charlotte Hornets-Brooklyn Nets 123-112
Washington Wizards-Boston Celtics 96-107

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