Amarcord

L’angolo del ricordo, i Minneapolis Lakers: la prima dinastia della storia NBA

12 aprile 1954: i Minneapolis Lakers sono la prima franchigia NBA a completare un three-peat sconfiggendo in gara-7 i Syracuse Nationals. Una squadra che, partendo da quella prima serie di vittorie, sarebbe diventata nel corso degli anni maledettamente vincente, con un albo impreziosito da 16 titoli NBA e 31 di Conference (le altre franchigie della Western Conference, sommando i loro titoli, non superano i losangelini). Gli odierni Lakers tuttavia hanno avuto un punto di partenza che non si trovava nella città degli angeli, bensì a Detroit.

La Motor City: niente sole, niente spiagge e nessuna celebrità courtside. Durarono un amen i Detroit Gems: esistettero solo nella stagione 1946/1947 della NBL (National Basketball League, la progenitrice dell’attuale NBA) ed arrivarono ultimi nella Western Division, facendo registrare un tragicomico record di 4-40. L’anno dopo la franchigia era a Minneapolis (Minnesota, stato ricco di laghi e ciò spiega l’origine del nome che tuttora ha la franchigia) nella Frost Belt, l’area più gelida degli USA. Freddo glaciale ovunque tranne che nel Minneapolis Auditorium, catino da 10mila posti e casa della squadra. A Minneapolis infatti i Lakers vivono il loro primo sfavillante ciclo: in sei anni (1949-1954) la franchigia vince il titolo cinque volte (1949, 1950 e il three-peat 1952-54 suggellato da quella gara-7). Erano gli anni di coach John Kundla, americano di prima generazione (i suoi genitori erano slovacchi austroungarici) nato a Star Junction, sputo di nemmeno mille anime in Pennsylvania, tuttora uno degli allenatori più vincenti della Lega (meglio di lui solo Phil Jackson e Red Auerbach), del leggendario centro George Mikan, occhialuto armadio a due ante (208 cm) dell’Illinois e prima grande stella della Lega, di Jim Pollard (unico assieme al coach e a Mikan presente nelle cinque annate vincenti), della fenomenale ala grande Vern Mikkelsen e del playmaker Slater Martin, che vincerà un titolo anche a St. Louis.

Vittime sacrificali della prima grande dinastia NBA furono i Washington Capitols (1949) allenati da Red Auerbach (che esattamente dieci anni dopo si prese, alla guida dei Celtics, la sua rivincita su Kundla), due volte i Syracuse Nationals (1950 e 1954), due volte i Knicks (1952 e 1953). Da segnalare che in quattro occasioni i Lakers allenati da Kundla realizzarono il miglior record stagionale della Lega: 1949/1950 (51-17), 1950/1951 (44-24), 1952/1953 (48-22), 1953/1954 (46-26). La Lega dopo quei tre titoli consecutivi intervenne per porre un freno allo strapotere dei Lakers e, in fattispecie, del loro centro. Con un plebiscito venne approvata e attuata la Mikan Rule, che raddoppiava le dimensioni dell’area costringendo così George agli straordinari in vernice. Altro stratagemma ideato dalle squadre dell’epoca fu quello di congelare il pallone, tenendo immobile la circolazione per svariati minuti in cui non accadeva letteralmente nulla, pur di non far arrivare la palla allo scatenato 99. Epocale fu la partita tra Minneapolis e i Fort Wayne Pistons, terminata con un entusiasmante punteggio di 19-18, il più basso di sempre nella storia NBA. Mikan, col fondamentale contributo di Danny Biasone, sarebbe stato poi l’artefice dell’introduzione del cronometro dei 24 secondi.

Kundla, nato nel 1916 e veterano della Seconda Guerra Mondiale, è morto nel luglio del 2017 ultracentenario a Minneapolis, dove aveva passato gran parte della propria esistenza. Dopo aver abbandonato l’NBA allenò Università del Minnesota e si attirò le antipatie di molti razzisti che non vedevano di buon occhio il fatto che allenasse giocatori afroamericani. Mikan (morto ottantunenne in Arizona nel 2005) si ritirò nemmeno trentenne e succedette a coach Kundla alla guida della franchigia: fece ciò dopo aver subito in carriera 10 fratture e 16 punti di sutura, bottino più che testimonia anche cosa volesse dire giocare a quei tempi. Per tre anni (dal 1949 al 1951) il centro è stato il miglior realizzatore della Lega, strepitoso il suo dato nel 1951: 1932 punti realizzati in 68 incontri, 28.4 di media. Il californiano Pollard, uno dei giocatori più tecnici ed atletici della sua epoca, è stato fra i primi schiacciatori della storia e per la sua elevata capacità di elevazione venne soprannominato Kangaroo Kid: allenò i Lakers, senza grande fortuna, nella loro ultima stagione in Minnesota ed è morto settantunenne nel 1993. Kundla, Mikan, Pollard, Mikkelsen e Martin sono stati insigniti nel Naismith Memorial Basketball Hall of Fame: Mikan è stato inserito anche fra i 50 migliori giocatori del cinquantenario della NBA.

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