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“Bugie, bugie e ancora bugie, se Jordan ha provato rancore nei miei confronti, possiamo risolvere la questione da uomini. Possiamo discuterne o trovare un altro modo per sistemare le cose. Ma ancora una volta, davanti a una telecamera ha iniziato a ripetere la bugia secondo cui io sono la fonte che ha spifferato le cose scritte nel libro”. Horace Grant attacca così Michael Jordan dopo la visione di The Last Dance, in cui secondo il compagno ai tempi dei Chicago Bulls la leggenda NBA ha sostenuto diverse teorie basate su illazioni, come per esempio l’accusa nei suoi confronti di essere la spia all’interno dello spogliatoio che ha riportato informazioni riservate al giornalista Sam Smith per il famoso libro “The Jordan Rules”: “Sam è un grande giornalista investigativo, questa è la spiegazione. Ha sempre detto di aver avuto due fonti: perché MJ continua a puntare il dito soltanto contro di me? Il suo è soltanto rancore: te lo dico io, non ha altre ragioni se non quella. E penso che venga fuori durante il documentario. Se dici qualcosa fuori posto sul suo conto, vieni fatto fuori, farà di tutto per distruggere il tuo personaggio”.
E sul documentario, Grant ha qualcosa da ridire sulla veridicità delle scene che esaltano la figura di Jordan: “Vorrei poter dire che è soltanto una questione di spettacolo, ma chi c’era ed è stato suo compagno di squadra, sa bene che il 90% di quei racconti non sono reali. Perché molto spesso a quello che Jordan diceva ai suoi compagni, seguiva una risposta altrettanto dura da parte di chi era con lui in spogliatoio. Ma l’editing e il montaggio del documentario hanno fatto passare un messaggio diverso, ammesso e non concesso che si possa definire documentario. Quando sei il protagonista di un lavoro del genere e hai sempre l’ultima parola su ciò che andrà in onda e quello che verrà tagliato… beh, non è un documentario. È una storia creata ad arte per raccontare il tuo punto di vista. Ci sono stati una marea di fatti che sono stati tagliati, montati ad hoc. Le cose spesso sono andate in maniera profondamente diversa”.
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