Nove partite concludono la prima settimana della nuova stagione NBA, regalando conferme, ma offrendo anche qualche risultato inatteso. I Cleveland Cavaliers hanno la meglio sugli Houston Rockets, mentre i Golden State Warriors schiantano i Portland Trail Blazers, dando il primo vero saggio delle loro reali possibilità. La sorpresa arriva dall’AT&T Center, dove i San Antonio Spurs si arrendono agli Utah Jazz, che infliggono loro la prima sconfitta stagionale dopo quattro vittorie. Conferme arrivano invece dai Detroit Pistons, che contro i New York Knicks conquistano la terza vittoria consecutiva. Prima soddisfazione stagionale per i Minnesota T’Wolves e gli Orlando Magic, vincenti rispettivamente contro i Memphis Grizzlies e i Philadelphia 76ers (questi ultimi ancora a secco di vittorie). Successi anche per i Miami Heat (all’overtime sui Sacramento Kings), gli Indiana Pacers (che superano con qualche difficoltà i ben poco arrendevoli Los Angeles Lakers) e i Milwaukee Bucks (che infliggono la quarta sconfitta in altrettante partite ai New Orleans Pelicans).
Cleveland Cavaliers – Houston Rockets 128-120
Ad aprire la serata sono i campioni in carica dei Cleveland Cavaliers, che alla Quicken Loans Arena ospitano gli Houston Rockets. I texani partono forte, chiudendo il primo quarto avanti di 6 lunghezze, ma nel secondo i padroni di casa rimontano e vanno a riposo avanti di 4. La partita rimane in equilibrio anche nel terzo quarto, che i Rockets concludono a -1; ma nel quarto periodo i Cavs archiviano la pratica. Con 19 punti, 13 rimbalzi e 8 assist, LeBron James sfiora la tripla doppia, ma il top scorer della serata per i Cavs è ancora una volta Kyrie Irving, che mette a referto 32 punti. Meglio di lui fa James Harden, che realizza 41 punti, 15 assist e 7 rimbalzi, inutili tuttavia ai fini del risultato: per i suoi Rockets arriva la seconda sconfitta stagionale.
Indiana Pacers – Los Angeles Lakers 115-108
Sfida avvincente alla Bankers Life Fieldhouse di Indianapolis, dove i giovani Los Angeles Lakers di coach Luke Walton dimostrano nuovamente di poter restare a lungo in partita al cospetto di qualunque avversario. Contro i Pacers della superstar Paul George arriva infine la terza sconfitta consecutiva su quattro gare disputate, ma i progressi compiuti dai gialloviola rispetto alla desolante scorsa stagione (la peggiore di sempre nella storia della franchigia, ma che comunque verrà ricordata soprattutto come l’ultima di Kobe Bryant) paiono evidenti, quantomeno sul piano dell’atteggiamento in campo. George mette a referto 30 punti (e 7 rimbalzi), compresi i due jumper che di fatto decidono la gara. Miglior realizzatore per i Lakers è Lou Williams, che in uscita dalla panchina segna 19 punti (più 5 assist).
Miami Heat – Sacramento Kings 108-96 (dopo OT)
Si decide all’overtime la sfida della American Airlines Arena tra i Sacramento Kings e i Miami Heat. Partita che vive di equilibrio sostanziale, con gli Heat che controllano il risultato per i primi tre quarti. L’ultimo periodo vede poi la rimonta dei Kings, che – trascinati da Rudy Gay e DeMarcus Cousins (entrambi autori di 30 punti a fine gara, il primo con anche 12 rimbalzi, il secondo con 7) – trovano addirittura il vantaggio a 48 secondi dal termine; ma al possesso successivo Dion Waters pareggia a quota 91 e in seguito avrebbe anche la possibilità di chiudere la partita, salvo fallire il tiro. Il tempo supplementare si rivela comunque inappellabile per i Kings (impegnati del resto in back-to-back), che cedono sotto i colpi degli Heat trascinati da Goran Dragic; nella serata lo sloveno mette a referto 25 punti, 8 rimbalzi e 8 assist, regalando ai suoi la seconda vittoria su quattro gare.
Detroit Pistons – New York Knicks 102-89
Ottimo momento per i Detroit Pistons, che contro i New York Knicks centrano la terza vittoria in fila (per loro una sola sconfitta, finora, all’esordio in casa dei Toronto Raptors), con una prestazione solida e convincente. Grande prestazione per Tobias Harris, in doppia doppia da 25 punti e 10 rimbalzi, ma sono 4/5 del quintetto dei Pistons a chiudere in doppia cifra di punti: 22 per Marcus Morris, 19 per Kentavious Caldwell-Pope, 10 – con 8 assist – per Ish Smith (che sostituisce attualmente l’infortunato Reggie Jackson); 9 sono invece i punti segnati per Andre Drummond, che raccoglie comunque 13 rimbalzi. Ancora da registrare i New York Knicks, per i quali non bastano in serata i 24 punti di Carmelo Anthony, mentre Derrick Rose e Kristaps Porzingis ne mettono a referto rispettivamente 19 e 18.
Minnesota Timberwolves – Memphis Grizzlies 116-80
Dopo due sconfitte (la prima delle quali proprio contro gli avversari della serata) in altrettante gare, arriva la prima vittoria per i Minnesota Timberwolves, indicati dalla maggior parte degli addetti ai lavori come la possibile sorpresa della stagione, in virtù del roster estremamente giovane e pieno di talento. La sfida contro i Memphis Grizzlies privi dei loro due uomini più rappresentativi – la point-guard Mike Conley e il centro Marc Gasol – si rivela da subito una formalità per i T’Wolves, che ipotecano la vittoria già nel primo tempo. L’intero quintetto di coach Tom Thibodeau va in doppia cifra di punti, con il due volte re dello Slam Dunk Contest Zach Lavine top scorer a quota 31; 17 sono invece i punti per il Rookie of the Year 2015 Andrew Wiggins e per Gorgul Dieng, 11 (con 10 rimbalzi) per il Rookie of the Year 2016 Karl-Anthony Towns e 10 per il rookie Kris Dunn.
San Antonio Spurs – Utah Jazz 91-106
La sorpresa della serata arriva da San Antonio, con la prima sconfitta stagionale degli Spurs; questa peraltro arriva sul parquet di casa, laddove lo scorso anno – in regular season – i neroargento si erano arresi solamente ai Golden State Warriors. A riuscire nell’impresa sono gli Utah Jazz di coach Quin Snyder, che – seppur privi di una superstar vera e propria (e con il loro giocatore di riferimento, Gordon Hayward, attualmente ai box) – si confermano tra le candidate per un posto ai Playoffs della Western Conference. I 22 punti di George Hill e i 19 di Rodney Hood trascinano gli ospiti, mentre non bastano alla squadra allenata da Greg Popovich i 30 (con 7 rimbalzi) di Kawhi Leonard e i 21 di LaMarcus Aldridge. Gli Spurs cedono – almeno momentaneamente – il primato della Western Conference, mentre i Jazz salgono al sesto posto.
Portland Trail Blazers – Golden State Warriors 104-127
La serata si chiude con il botto al Moda Center, dove i Blazers ospitano i Golden State Warriors, chiamati a offrire una prova più convincente dopo la sconfitta dell’esordio contro gli Spurs e le due vittorie di misura contro i modesti Pelicans e Suns. I ragazzi di Steve Kerr – grandi favoriti per la conquista del titolo – non si fanno attendere troppo; dopo due quarti di sostanziale equilibrio (il primo concluso dagli Warriors a +9, mentre nel secondo i Blazers recuperano 3 punti), nel terzo si assiste alla prima manifestazione stagionale della macchina da pallacanestro Golden State. In questa frazione – nella quale Steph Curry realizza 23 dei suoi 28 punti della serata – gli Warriors annichiliscono Portland un parziale di 41-20, prima del quarto conclusivo dedicato agli amanti del garbage time. Prestazione da incorniciare anche per un sorprendente Ian Clark, che con 22 punti (8 su 8 dal campo) sigla il proprio personale career high. Non basta ai padroni di casa il solito Damian Lillard da 31 punti; contro questi Golden State Warriors sarà dura per tutti.
Altre partite:
Philadelphia 76ers – Orlando Magic 101-103
New Orleans Pelicans – Milwaukee Bucks 113-117