Nonostante il limitato numero di incontri, la notte NBA appena trascorsa ci ha regalato la solita dose di spettacolo e di emozioni. Quasi tutto secondi i piani nei match che si sono conclusi da poco sui parquet d’oltre oceano, con l’unica eccezione di Houston, sconfitta in casa contro gli altalenanti Atlanta Hawks.
Los Angeles Lakers – Washington Wizards 108 – 116
Arriva la quarta sconfitta in cinque partite per la squadra allenata da coach Luke Walton, questa volta in casa dei Washington Wizards di John Wall. I padroni di casa riescono a condurre la gara fin dal primo quarto, concluso con il punteggio di 31 a 29, per poi ottenere il definitivo strappo nel secondo parziale, grazie ad un sonoro 27 a 15 che i Lakers non riusciranno più a recuperare. Con l’ennesima deludente prestazione sembra che i ragazzi in maglia giallo-viola abbiano buttato la spugna. Unica nota positiva, i 20 punti di Jordan Clarkson dalla panchina e i 17 di D’Angelo Russell che non bastano a tenere vive le speranze degli ospiti. Per quanto riguarda i Wizards, da sottolineare più volte l’ottima prova di John Wall con 33 punti, 11 assist e 3 rimbalzi e di Bradley Beal che chiude a quota 23 punti.
Atlanta Hawks – Houston Rockets 113 – 108
Come già accennato, questo è stato l’unico risultato a sorpresa della notte. In realtà, analizzando l’andamento delle due squadre negli ultimi incontri, è facile notare come entrambe abbiano un rendimento altalenante e discontinuo, fatto di buone prestazioni e di pause riflessive. Atlanta ha vinto 3 delle ultime 5 gare disputate, mentre Houston ne ha perse 3 delle ultime 5. Ne viene fuori un match molto equilibrato soprattutto per i primi tre quarti, dove nessuna delle due contendenti riesce a trovare l’allungo decisivo, allungo che gli Hawks riescono a concretizzare nell’ultima frazione di gioco, grazie ad un netto 40 a 22. Spiccano le prove di Tim Hardaway Jr. (33 punti, 3 assist e 6 rimbalzi) e dell’ex di turno Dwight Howard (24 punti, 3 assist e 23 rimbalzi) per gli Atlanta Hawks e del solito James Harden (41 punti, 8 assist e 8 rimbalzi) per i Rockets.
Philadelphia 76ers – San Antonio Spurs 86 – 102
Nessuna sorpresa sul parquet di San Antonio, dove gli Spurs trovano un’importante vittoria contro i 76ers allungando in classifica sugli Houston Rockets di James Harden. Philadelphia in realtà prova ad imporre il proprio gioco e fino all’intervallo ci riesce, arrivando a condurre il match grazie ad un parziale di 53 a 48. Ma orfana del talento assoluto di Joel Embiid, i 76ers crollano a picco nel terzo e quarto quarto, dove fanno registrare 23 palle perse e una percentuale al tiro sotto il 35%, nonostante i 25 punti di Ilyasova. Inutile ormai sottolineare le prestazioni di Kawhi Leonard ma è doveroso farlo: 19 punti, 5 assist e 8 rimbalzi per lui, quanto basta per portarsi a casa un match comunque importante per la classifica in una partita in cui San Antonio lascia fuori dal quintetto titolare i due lunghi titolari (Aldridge e Gasol). Millecentoventisettesima vittoria ottenuta con un’unica squadra per Gregg Popovich che fa segnare un ennesimo numero impressionante nella sua carriera.
Golden State Warriors – Los Angeles Clippers 133 – 120
Il match di gran lunga più importante della notte è stato quello che si è svolto nella città degli angeli tra i Warriors di Curry e Durant e i Clippers di Griffin e Jordan. Golden State prosegue una striscia di vittorie consecutive che arriva a quota 5, e lo fa grazie al solito gioco dominante e inarrestabile, fatto di accelerazioni improvvise che spezzano in due qualsiasi avversario. I tre giocatori più importanti per la squadra ospite, ossia Curry, Thompson e Durant superano quota 20 punti, non facendo sentire la mancanza di Draymond Green tenuto a riposo con KD che, dopo aver lasciato il palcoscenico alla coppia dei sogni Curry-Thompson lo scorso match contro gli Hornets, mette a referto 26 punti, 10 assist e 8 rimbalzi. Nonostante i 30 punti di Griffin, i Clippers non riescono a sfruttare il fattore “casa”, ma visto lo state di forma dei Warriors non si può fare una colpa ai ragazzi di Doc Rivers che dovevano anche far fronte all’assenza di Chris Paul che è il fulcro del gioco della squadra californiana e da quando è fuori infortunato i Clippers hanno un record di cinque sconfitte negli ultimi sette match. Questo andamento non aiuta la classifica dei Clippers con le altri contendenti al quarto posto che si avvicinano e iniziano a mettere pressione alla squadra californiana.