La vita sa essere spesso imprevedibile. Pensare a quante cose possono cambiarla in un attimo, fa riflettere molto. Ci si può porre un obiettivo, che si vuole raggiungere ad ogni costo, ma poi può arrivare l’imprevedibilità che azzera tutto e ti fa tornare con i piedi per terra. In quel momento c’è solo confusione, un senso di disorientamento che non ti vuole lasciare. Il primo passo è trovare qualcosa a cui appoggiarsi e per Tim Duncan c’era un canestro che il padre da poco gli aveva installato a casa.
La storia di Tim comincia il 25 aprile 1976 a Christiansted, è il fratello minore di due abili nuotatrici che lo porteranno ad appassionarsi ben presto alla piscina. Questo sport gli piace, è convinto che sarà il suo futuro e grazie al sostegno della madre riesce a farlo quasi diventare realtà: all’età di 14 anni viene considerato l’atleta più promettente degli Stati Uniti nei 400 metri stile libero. La selezione nella squadra che avrebbe partecipato alle Olimpiadi di Barcellona del 1992 è l’ulteriore conferma delle sue grandi abilità e dell’impegno che la famiglia Duncan dedica a questo sport (la sorella Tricia partecipò alle Olimpiadi del 1988 a Seul). Ma all’improvviso arriva quell’imprevedibilità che può sconvolgere tutto, in questo caso sotto forma di un uragano. Quando mancano solo tre anni alla più grande manifestazione sportiva del mondo, l’uragano Hugo si abbatte su Saint Croix devastandola completamente. La piscina dove Tim si allenava diventa impraticabile e quindi gli allenamenti da quel momento in poi verranno spostati in mare aperto.
Tutto normale se non fosse per un problema: Tim ha la fobia degli squali. Questo terrore che non lo ha mai abbandonato, misto alla tragedia che si è abbattuta sulla sua città cancellano tutti gli obiettivi che si stava prefissando, spedendolo nel baratro. Proprio cercando il modo per svagarsi da questa delusione arriva l’incontro con la pallacanestro. La sorella Cheryl e il marito gli regalano un canestro professionale che il padre decide di installargli con tutti i rinforzi possibili visti i precedenti. Le loro parole saranno utili per far si che Tim liberi la mente e si concentri su ciò che in quel momento lo stava facendo innamorare.
La sua carriera da cestista da quel momento in poi la conosciamo tutti quanti: cinque volte campione NBA con gli Spurs che non ha mai abbandonato, tre volte MVP delle finals e 2 volte MVP della regular season. Oltre ad essere considerato una delle migliori ali grandi della lega, ha saputo dimostrare una buona tecnica anche ricoprendo il ruolo di centro. Tim Duncan è un uomo da prendere come esempio anche fuori dal campo, perchè nonostante gli impegni che la NBA hanno portato, è riuscito a laurearsi in Psicologia alla Wake Forest.
La storia di questo grande cestista può rappresentare quella di molte altre persone. Molto spesso la vita ti può sbarrare la strada che stavi percorrendo. Sta a te stesso poi ritrovare la forza per aprire un altro portone, che può portarti anche allo stesso obiettivo che ti eri prefissato, ma in un modo diverso, come ha fatto Tim Duncan alle Olimpiadi di Atene 2004.