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La notte italiana di sabato 19 gennaio ha visto lo svolgersi di sei partite della regular season NBA 2018/2019. Come non commentare per prima cosa il ritorno di DeMarcus Cousins, il quale, giocando giustamente poco, mostra già di poter donare ai Warriors una resa fuori dal comune. Dopo i diverbi con i tifosi e i compagni, Irving ha deciso di prendersi i Celtics sulle spalle, giocando da una settimana a questa parte da vero e proprio leader, come mai aveva fatto in canotta verde. Lo stato di grazia dei Nets, invece, coincide con lo stato di grazia di D’Angelo Russell, principale artefice del comeback inferto ai danni dei Magic. Record per Popovich con la vittoria di San Antonio su Minnesota, con peraltro un ottimo Belinelli.
Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 112-94
Ritorna Boogie con 14 punti, 6 rimbalzi e tre triple in soli 15 minuti (per non farsi mancare nulla, uscirà anche per falli, tra i sorrisi). I Warriors sembrano non avere alcuna difficoltà appena alzano il ritmo e la concentrazione: i Clippers tengono per un tempo intero, dopodiché non c’è più storia. Stephen Curry mette a referto 28 punti, non tirando in modo straordinario dall’arco (3 su 11). Senza triple invece Klay Thompson, che ha sbagliato tutti e quattro i tentativi dal perimetro, finendo poi con 12 punti. Kevin Durant fa invece sempre il suo, con 24 punti e 8 su 13 dal campo.
Senza Lou Williams e Gallinari (gioca solo 8 minuti, uscendo poi per un problema alla schiena), è Tobias Harris a fare gli straordinari con 28 punti, seguito a ruota da Shai Gilgeous-Alexander, che pareggia il suo career-high di 24 punti.
Il primo tempo come già detto è equilibrato, conclusosi sul 52-51, con Harris e Curry già rispettivamente a 20 e 14 punti. Nessun team è andato in vantaggio con più di sei punti di margine. Poi la svolta: i Clippers sbagliano i primi sei tiri del terzo quarto, permettendo ai Warriors, con un parziale di 14-2, di raggiungere 13 punti di vantaggio grazie alle marcature di cinque giocatori diversi (66-53). I Clippers non scenderanno mai più sotto gli 8 punti di margine. Si arriva al quarto quarto sull’81-72, ma i Warriors non possono non amministrare questa partita: tre tiri liberi di Durant danno il +22 di vantaggio a 3:58 dalla fine, dopo un parziale nel quarto quarto di 21-8 siglato da 7 punti del 35 e due triple back-to-back di Cousins.
Prima volta nella storia che una squadra NBA fa scendere in campo 5 All-Star dell’anno precedente. Settima vittoria di fila per i Warriors, che sentono la vicinanza di aprile e sentono la necessità di mettere le marce alte, anche se stasera hanno tirato solo 9 su 37 dal perimetro. Prossima partita sempre a Los Angeles: martedì notte contro i Lakers, per provare ad eguagliare la migliore streak di quest’anno a otto partite.
I Clippers creano solo 11 assist, ma poco bisognava chiedere a una squadra dilaniata da assenze importanti. Crisi nera: cinque sconfitte consecutive che portano gli uomini di coach Rivers al nono seed, a mezza partita dai Lakers, dopo essere arrivati addirittura al terzo seed durante la stagione. Ora quattro partite in trasferte, di cui la prima domenica sera contro San Antonio.
San Antonio Spurs-Minnesota T’Wolves 116-113
Coach Popovich raggiunge coach Riley per numero di vittorie in carriera in trasferta, con ben 520 successi: ne manca solo una per il record all-time NBA. Fautori di questa vittoria LaMarcus Aldridge con 25 punti e Rudy Gay con 22 punti. Assente lo scoring-leader DeMar DeRozan, al quale prova a sopperire un ottimo Marco Belinelli con 19 punti in ben 33 minuti giocati.
Karl-Anthony Towns mette a referto 23 punti ma esce tuttavia per falli dopo solo 21 minuti giocati. Derrick Rose termina con 23 punti e 6 assist, mentre Taj Gibson aggiunge una doppia-doppia da 14 punti e 11 rimbalzi.
La partita è una delle più equilibrate giocate ultimamente, con 27 sorpassi e 17 pareggi: elevato anche il numero di falli (53 in totale), che hanno portato all’assegnazione di 67 tiri liberi. La partita cambia solo dopo che Towns si siede a due minuti dalla fine del primo tempo, dopo aver pescato il quarto fallo: il terzo quarto è un crocevia di parziali, dato che nei primi sei minuti Minnesota raggiunge un +10 di vantaggio grazie a 12 punti combinati di Okogie, Teague e Wiggins (67-77); vantaggio che viene reso innocuo da 7 punti di Aldridge e 6 punti di Bertans (rappresentati da due triple). Si entra nell’ultimo quarto con un vantaggio T’Wolves di due lunghezze (88-90). Nel quarto quarto Bertans esordisce con la tripla del sorpasso (91-88). Il libero del tecnico di Belinelli porta gli Spurs avanti di sette lunghezze a 7:25 dalla fine (103-96). A 30.3 secondi dalla fine Rose accorcia sul -1 con un lay-up: Belinelli è tuttavia infallibile dalla lunetta; in seguito lo stesso Rose non riesce a pareggiare con una tripla la partita.
Vittoria numero 16 nelle ultime 18 uscite degli Spurs contro Minnesota: Popovich detiene un record di 59-25 contro questa franchigia. Non buono il feeling di San Antonio con i quarti quarti, soprattutto se iniziati in svantaggio: il record di vittorie in questa situazione era di 4-17 prima di questo match, il quale si è discostato dalla consuetudine. DeRozan tornerà a giocare domenica sera, in casa contro i Clippers.
Wiggins supera Sam Mitchell per quanto riguarda il secondo posto della scoring-list di franchigia, con 7174 punti: il primo è Kevin Garnett con 19201 punti, ormai irraggiungibile. Rose raggiunge la “milestone” di 3000 assist in carriera, dopo aver raggiunto i 10000 punti totali mercoledì notte. Ancora fuori per coach Saunders Tyus Jones (distorsione caviglia sinistra) e Covington (contusione all’osso del ginocchio). Minnesota potrà rifarsi domenica notte, in casa contro Phoenix
Memphis Grizzlies-Boston Celtics 116-122
I 20 punti di Kyrie Irving nel terzo quarto sono abbastanza per mettere via i Memphis Grizzlies: il prodotto di Duke ne segna in totale 38 con 14 su 21 dal campo, creando anche 11 assist. Ottima serata al tiro anche per Marcus Smart, che termina con 20 punti e 7 su 9 dal campo, di cui addirittura sei triple. Dietro di loro arriva Al Horford, con 18 punti messi a referto. Mike Conley conduce i Grizzlies con 26 punti, seguito da Jaren Jackson Jr con 23 punti. Marc Gasol termina con solo 4 punti, ma con 11 rimbalzi e 12 assist.
Ad inizio partita Terry Rozier segna due triple, di cui una utile per convertire in seguito un gioco da quattro punti, per iniziare un parziale di 0-11 che porta i Celtics a finire il primo quarto in vantaggio di 11 punti (24-35). I Grizzlies rispondono nel secondo quarto pareggiando a 1:40 dalla fine del periodo sul 52-52, per poi finire il primo tempo addirittura in vantaggio di quattro lunghezze (62-58): il parziale nel secondo quarto di 38-23 è arrivato soprattutto grazie a 9 punti di Conley e 9 punti di JaMychal Green (che termina con 12 punti). Controsorpasso Celtics nel terzo quarto, che dopo neanche quattro minuti hanno già pareggiato grazie a 7 punti di Irving (70-70). Gli uomini di coach Stevens riescono ad allungare il proprio vantaggio fino a cinque punti, grazie a 13 punti sempre di Kyrie, conditi da due triple (91-96). Nel quarto quarto i Celtics mantengono a distanza di sicurezza i Grizzlies, che non mollano però definitivamente la partita: una gioco da tre punti a 4:53 dalla fine di Conley porta i suoi sul -2 (104-106). Irving è però spietato stanotte: segna 8 dei 12 punti successivi di Boston, di cui gli ultimi tre sono rappresentati dalla tripla che chiude i conti a 1:22 dalla fine (110-118).
Dopo tre sconfitte consecutive arrivano due vittorie di fila per i Celtics, due vittorie di estrema qualità e di estrema convinzione nei proprio mezzi, soprattutto da parte di Irving. Segnali di miglioramento anche per Aron Baynes, alla sua seconda partita dopo il ritorno dall’infortunio: l’australiano ha giocato 22 minuti raccogliendo 12 rimbalzi e segnando 6 punti. Prossima partita per Boston domenica notte, in trasferta contro gli Atlanta Hawks.
Pur giocando un gara solida al tiro (41 su 92 dal campo e 16 su 35 dall’arco) Memphis incassa la sua sesta sconfitta consecutiva in trasferta. Solide anche le prestazioni di Mack, Holiday e Casspi, con rispettivamente 15, 14 e 12 punti. All’orizzonte partita tosta domenica notte, contro i Raptors in Canada.
Brooklyn Nets-Orlando Magic 117-115
Non finiscono di stupire i Brooklyn Nets di coach Atkinson, che vincono in comeback ad Orlando: nessun svantaggio sembra mortifero per quelli in nero (si ricordino gli 11 punti recuperati nel quarto quarto giovedì notte contro Houston). Lo svantaggio di massimo 21 punti è stato bypassato grazie a D’Angelo Russell, che pareggia il suo career-high di 40 punti. Tra i soliti sospetti che hanno contributo alla vittoria c’è sempre anche Spencer Dinwiddie, che ama ormai partire in sordina, per poi accendersi nei momenti in cui la partita si decide: per lui 18 punti nel secondo tempo dei 20 totali messi a referto.
Per i Magic il migliore è Aaron Gordon con 23 punti, mentre Nikola Vucevic aggiunge una doppia-doppia da 16 punti e 17 rimbalzi.
Orlando prende subito il controllo della gara grazie a 11 punti di Gordon: non solo, DJ Augustin segna 10 punti nei primi sette minuti di partita. Il primo quarto termina con un +7 Magic (24-32), che si protrae, anzi, si allunga nel secondo quarto: Orlando mette a referto 11 dei suoi primi 15 tiri del quarto per provare ad ammazzare la partita sul +21 (37-58). I Nets, e soprattutto D’Angelo Russell, premono l’interruttore per attivare la difesa e sfoggiano a 4:50 dalla fine del quarto una prestazione clamorosa: i Magic segnano in questo lasso di tempo solo un canestro, mentre Russell (con una prestazione simil-Curry vs Pelicans) segna 17 punti con cinque bombe piazzate. A fine primo tempo i Nets sono ancora in partita, a -13 dai Magic (54-67). Il vantaggio viene ulteriormente limato nel terzo quarto (86-95), con i Nets che sono quindi tenuti a compiere un altro comeback nel quarto quarto. A 10:36 dalla fine della partita una tripla di Gordon concede il massimo vantaggio nel periodo (89-100). A 2:48 dalla fine il vantaggio è tagliato a sole sei lunghezze (105-111): i Magic riescono a segnare solo un canestro con Vucevic e due liberi con Ross; di tutt’altra pasta i Nets, che con gioco da quattro punti di Dinwiddie a 54.9 dalla fine vanno per la prima volta in vantaggio dalla fine del primo quarto (112-111); Vucevic pareggia con un gancio, ma è Russell a mettere la parola fine con un’altra tripla.
I Nets vincono la loro partita numero 16 nelle ultime 21 uscite: ad inizio dicembre erano 10 partite sotto i .500 di percentuale, ora sono addirittura sesti nella Eastern Conference. Sono sopra i .500 di percentuale per la prima volta nella loro storia dalla stagione 2012/2013. Prossima partita in casa lunedì sera, per continuare il momento da sogno contro i Kings.
Sesta sconfitta nelle ultime otto uscite per Orlando, che stanotte esce a testa bassa pur avendo tirato sopra il 50% dal campo (ma con sole 10 triple messe a referto). Gordon è uscito a 9:19 dalla fine della partita per un problema alla schiena, senza rientrare. Mo Bamba torna dopo quattro partite di assenza segnando 9 punti e raccogliendo 4 rimbalzi. Vucevic raggiunge la “milestone” di 5000 rimbalzi raccolti in carriera. Domenica notte partita in casa per i Magic, contro i Milwaukee Bucks.
Tutti i risultati di sabato 19 gennaio
Golden State Warriors-Los Angeles Clippers 112-94
San Antonio Spurs-Minnesota T’Wolves 116-113
Memphis Grizzlies-Boston Celtics 116-122
Brooklyn Nets-Orlando Magic 117-115
Cleveland Cavs-Utah Jazz 99-115
Miami Heat-Detroit Pistons 93-98
New Orleans Pelicans-Portland Trail Blazers 112-128