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“La Nba non vuole farsi trovare impreparata” spiega Gallinari, “Stanno cercando un paio di città dove poter giocare ma non credo sia fattibile per dinamiche e logistiche, i tempi sarebbero troppo lunghi per chiudere tutto entro inizio settembre: ci sarebbe la quarantena di far rispettare, i tamponi, gli allenamenti e poi le gare. La commissione di Trump spingerà per riprendere a giocare? Io dico solo che è sotto elezioni“. La situazione di Oklahoma City è relativamente tranquilla, visto che ad oggi sono stati registrati solamente 500 casi, ma il pensiero di Gallinari va all’Italia: “Penso sempre ai miei nonni, a mia madre che è a casa da sola perché mio padre Vittorio è a Denver con mio fratello Federico. Ogni volta che mi suona il telefono e vedo un numero italiano sobbalzo perché ho paura sia una brutta notizia“.
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