Il presidente del FIP (Federazione Italiana Pallacanestro), Giovanni Petrucci, ha rilasciato una toccante lettera dopo la tragedia che ha colpito Kobe Bryant, avvenuta lo scorso 26 gennaio, dove hanno perso la vita, insieme a lui anche la figlia Gianna, le compagne di squadre, i loro genitori e il pilota dell’elicottero. Una notizia che lascia incredulità: “Il dolore cieco, irrazionale, lancinante l’abbiamo provato tutti. Come padre e come marito posso solo immaginare e già il solo immaginare mi far star male. Kobe Bryant è stato tra i più talentuosi della sua generazione e del suo tempo. Ha iniziato in Italia a giocare e culturalmente si è legato per sempre all’Italia e a tutti noi. Ha lasciato una traccia tecnica indelebile, irripetibile per certi versi, poi, quando ha capito di non potersi esprimere più ai suoi livelli, si è ritirato. I ricordi di chi muore giovane, per di più insieme alla figlia, da parte di chi l’ha conosciuto in Italia, non possono che essere dolci”.
L’ennesimo omaggio ad un grande uomo, prima che una grande stella del Basket, che con la sua morte si è portato via un pezzo di ogni persona che aveva o non aveva conosciuto. Gianni Petrucci continua la sua affettuosa lettera affermando quanto segue: “I giornali, i programmi tv di tutte le reti, editorialisti noti e meno noti, gli hanno riservato tributi ed onori fino a parlare di cittadinanza alla memoria. I social hanno testimoniato in maniera tangibile e vibrante il rispetto che la gente aveva per lui. Le iniziative delle nostre Leghe e dei club hanno testimoniato l’universalità di Kobe, in definitiva è stato come se tutti avessimo perso una persona cara. Iniziative semplici, dovute, come tenere un minuto di silenzio prima di ogni partita, sono stati vissuti come una manifestazione di appartenenza, oltre che di cordoglio. Avete voluto salutare Kobe con la nostra spontaneità ed originalità, un campione tra i campioni, una persona fra le persone, un italiano nei valori e nella lingua, esattamente come tutti noi”.