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L’Italia non è sazia, l’Italia non si accontenta. Dopo aver visto da vicino l’abisso dell’eliminazione alla seconda fase dei Mondiali di basket, la Nazionale di coach Pozzecco non vuole fermarsi e punta a fare lo sgambetto anche al Dream Team degli Stati Uniti. Al Poz e ai giocatori va il merito di aver riportato il Tricolore tra le migliori otto squadre a una rassegna iridata, traguardo che mancava da 25 anni. Basterebbe questo per spiegare quanto il percorso dell’Italia nei Mondiali asiatici sia tutt’altro che ordinario, nonostante l’unica sconfitta sia arrivata contro la Repubblica Dominicana, di certo non una selezione di primo livello. Un unico inciampo che però è quasi costato l’eliminazione, perché l’ostacolo successivo si chiamava Serbia, e perché a 14 minuti dalla fine di quella partita il tabellino diceva 60-44 per Bogdanovic e compagni. Poi, Fontecchio e Datome. Attimi di lucida follia cestistica per rimettere la partita nei giusti binari, fino all’estasi della vittoria. Poi ancora, il successo contro Portorico per certificare l’accesso ai quarti. Quindi no, l’Italia non è sazia.Â
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L’Italia sfida gli Stati Uniti: i precedenti, Manila sorride agli Azzurri
E quindi, è Italia contro Stati Uniti. Difficile immaginare cosa aspettarsi dalla partita: gli statunitensi sono ovviamente tra le migliori formazioni al mondo, ma nella seconda fase hanno dimostrato qualche limite. Prima, la vittoria con “soli” 12 punti di vantaggio contro Montenegro (erano appena 6 prima dell’ultimo quarto). Poi, addirittura la sconfitta contro la Lituania nell’ultimo match, che è valso lo scivolamento al secondo posto del girone.
Dall’altra parte, se l’Italia ha messo in mostra una fase difensiva a tratti molto importante con percentuali notevoli di rimbalzi sia in attacco che in difesa, è anche vero che il tiro dall’arco latita. E non è un dettaglio da poco. Ma, anche in questo fondamentale, i ragazzi di Pozzecco hanno dimostrato di poter tirare fuori energie inespresse quando meno te lo aspetti: tornando alla partita contro la Serbia, impossibile non notare l’11/21 da tre. L’Italia, inoltre, appare squadra completa, con la panchina sempre più protagonista (15 punti di Ricci contro Portorico) e un Pajola sempre pronto a stupire nell’ombra. Sintomatici, sempre contro Portorico, gli zero punti, ma con 7 rimbalzi, 9 assist e 23 di valutazione in 19 minuti giocati.
La squadra prima dei singoli, quindi. Ma Italia-Stati Uniti è inevitabilmente anche la partita di Paolo Banchero. Il nativo di Seattle fa parte della storia recentissima del basket italiano, con il lunghissimo corteggiamento, gli ammiccamenti anche da parte del giocatore, e infine l’irresistibile chiamata degli Stati Uniti, a cui il classe 2002 non ha potuto dire di no. Una scelta non solo legittima ma anzi logica, checché se ne dica. Impossibile sapere come sarebbe cambiata la Nazionale con Banchero, ma intanto l’Italia è tornata tra le migliori otto al mondo, e questa è una solida realtà . Manila e Mondiali, un binomio che ha già fatto sorridere l’Italia contro gli Stati Uniti: proprio nelle Filippine, anche se all’Araneta Coliseum, nel 1978 l’Italia riuscì a superare gli Stati Uniti per 80-81. Sognare si può.
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