“Lavoro ogni giorno per costruirmi il miglior futuro possibile. Sono determinato per far sì che il basket diventi il mio lavoro e soprattutto voglio lasciare il segno in modo che la gente possa ricordarmi in futuro” da queste parole emerge tutta la determinazione di Giordano Bortolani, cestista italiano classe 2000, tra i più promettenti del panorama nazionale. Nato a Sant’Agata di Militello, in provincia di Messina, Giordano è in forza all’Axpo Legnano dove sta mettendo quantità e personalità al servizio dei lombardi. Al momento dell’intervista rilasciata ai microfoni di Sportface.it, la continuità delle prestazioni offerte permette a Bortolani di viaggiare con un’ottima media di 12.3 punti a partita, in una stagione dove il salto di categoria non è stato sofferto. Il giovane italiano sta dimostrando di saper interpretare i ruoli di playmaker e guardia con dinamicità, sfoderando un superlativo gioco da 3 punti e mostrando una sicurezza che fa auspicare il meglio per la sua carriera.
Il basket era nel destino di Bortolani, suo padre è stato infatti un ottimo giocatore e sin da subito ha trasmesso i valori della pallacanestro al figlio: “La passione per il basket è di famiglia, sin da molto piccolo ho iniziato a giocare sotto i consigli di mio padre. Da bambino non avevo veri e proprio idoli, ma le star dell’NBA come James, Bryant, Anthony mi hanno naturalmente ispirato”. Giordano ha lasciato presto la Sicilia per intraprendere la trafila delle giovanili con la maglia dell’Olimpia Milano: “Non ho vissuto intensamente Il mondo della Serie A1 – commenta il ragazzo che si è comunque tolto lo sfizio del debutto in Serie A1 – ma ho avuto l’opportunità di osservare quanta gente lavora dietro le quinte di una grande società che compete a livello europeo. Ciò che mi ha aiutato molto è stato senza dubbio l’organizzazione degli addetti al settore giovanile, che mi hanno formato e sostenuto nel migliore dei modi”.
I primi punti in A1, Giordano li ha siglati con una meravigliosa tripla in step-back contro Capo d’Orlando, ex squadra proprio del padre. “Inizialmente non ho provato particolari sensazioni per la foga del momento – racconta con tranquillità – ripensandoci adesso provo emozioni positive ma contrastanti, perché sembra una grande coincidenza aver segnato i primi punti proprio contro Capo d’Orlando”. Il campionato 2018-2019 è il secondo a livello senior per il play italiano, che nella passata stagione ha messo in cascina un’esperienza in B a Bernareggio. Bortolani ha poi risposto a una domanda riguardo la proposta della Lega Basket (momentaneamente accantonata) di creare un campionato con i migliori under 20 della Serie A1. “Per come la penso io è più sensato impiegare i giovani in un campionato di Serie A2 o B – commenta Bortolani che è di contrario avviso – perché qui si presenta la possibilità di confrontarsi con giocatori con più esperienza alle spalle e che hanno giocato campionati di alto livello in precedenza. Di sicuro per gli under 20 italiani è più formativo giocare una competizione senior piuttosto che con i pari età, perché comunque la carriera si struttura giocando con i più grandi e così si cresce davvero”.
Successivamente, Bortolani ha virato sul presente e sulla stagione che sta vivendo a Legnano: “Non è un buon periodo a livello di risultati, perché anche segnando molti punti, ne subiamo troppi e ci manca ancora continuità nell’arco di tutto il match. Noi però lavoriamo tutti i giorni per dare il massimo in campo e regalare al pubblico delle gioie – analizza il giocatore che poi prosegue – Fra di noi siamo molto uniti nonostante i risultati non eccelsi e i tifosi mi hanno sorpreso per il sostegno che con continuità ci offrono, comprendendo il momento della squadra”. Così si conclude il dialogo con Giordano Bortolani, un ragazzo che sogna in grande, tenendo però i piedi per terra.