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Oggi Meo Sacchetti ha effettuato l’ingresso all’interno della sede della Fortitudo Bologna, la sede di una panchina speciale e difficile da gestire: tanti nomi pesanti, infatti, qui si sono bruciati, come Aza Nikolic, Scariolo, Bianchini, Recalcati e Repesa. Il ct della Nazionale ha affrontato una platea di notabili, giornalisti e almeno 200 tifosi accorsi per l’investitura e che hanno tributato al nuovo coach uno scroscio di applausi. La giornata di oggi non è stata scelta a caso: esattamente 15 anni fa, il 16 giugno 2005, la Fortitudo ha conquistato il secondo scudetto della sua storia. Di seguito le dichiarazioni complete del tecnico.
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SULLA CHIMICA – “Non mi aspettavo questa accoglienza anche se conosco la grande passione di Bologna, e soprattutto della Fortitudo, per il basket. Torno qui dopo 40 anni, ero un giocatore del Gira dove ho iniziato la mia carriera professionistica. C’è un po’ di bolognesità dentro di me. La trattativa con la Fortitudo è stata veloce, non avevo altre certezze e ho scelto senza dubbi. So che entro un club ambizioso, ma tutti vogliamo giocare per vincere. Stiamo lavorando alla costruzione della squadra, mi attende un lavoro non facile. Esaltare i valori e la passionalità della Fortitudo mi stimola tantissimo. Da giocatore e allenatore non mi ha regalato nulla nessuno”.
SULLA SQUADRA – “Abbiamo fatto tre innesti, Sabatini, Totè e Banks. Vorremmo giocatori italiani entusiasti di venire da noi. Per ora l’idea è di avere tre stranieri, facendo il 3+7, ma potremmo considerare anche un quarto straniero. Le caratteristiche dei giocatori che vorrei: un’ala forte molto atletico e un esterno eclettico che parta dalla panchina”.
SUL DERBY – “La Fortitudo mi ha preso per questo. La rivalità e il dualismo sportivo è una ricchezza di questa città e a entrambe le squadre fa bene che l’avversaria sia molto forte”.
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