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DALL’INVIATO A FIRENZE
Vanoli Cremona e Happy Casa Brindisi si affronteranno in una finale inedita nelle Final Eight di Coppa Italia. A contendersi il trofeo al Mandela Forum di Firenze saranno due squadre che non hanno ancora avuto l’onore nella loro storia di apporre il proprio nome sull’albo d’oro della rassegna. Delle otto squadre hanno raggiunto l’atto finale le due che alla viglia della stagione non erano segnalate come team da playoff. Per la squadra di Vitucci era preventivata una lotta salvezza con Pesaro e Pistoia mentre la compagine di Sacchetti prima del via godeva di qualche credito in più anche se era difficile immaginarla a Firenze da numero quattro del seeding.
Nella giornata di sabato mancavano le prime tre teste di serie all’appello, ma lo spettacolo non ne ha risentito e dove magari si è perso in qualità tecniche si è guadagnato nell’agonismo che ha infiammato entrambe le gare fino alla sirena. Ancora una volta infatti gli esiti finali restano in ballo fino alla sirena e questo non può che essere un grande spot per il nostro basket. La settimana di Coppa Italia infatti si conferma aperta ad ogni sorpresa, sulla gara secca il talento puro non basta e Milano lo ha imparato sulla sua pelle per due anni di fila. Quaranta minuti ci separano dalla conclusione di quella che si sta rivelando una quattro giorni spettacolare. Dopodiché una squadra festeggerà il trionfo, poi si dovrà cancellare dalla testa quanto accaduto perché come Torino ci ha mostrato lo scorso anno non è la settimana di coppa a tracciare la strada in campionato.
CREMONA SPEGNE L’ENTUSIASMO BOLOGNESE – La prima gara del sabato ha incoronato la Vanoli Cremona, 102-91 il parziale finale del match vinto contro la Virtus Bologna. A due giorni dall’impresa con l’Olimpia Milano le V nere non si ripetono nonostante la spinta del pubblico accorso numerosissimo a Firenze per il weekend di Coppa. La squadra di Sacchetti rispetta i piani di gioco, tanto ritmo, tanti tiri e tanta fisicità . Quest’ultima ferisce in particolar modo i felsinei, sotto le plance Moreira sembra la brutta copia di quello visto nella giornata di giovedì e Kravic si esaurisce dopo un ottimo primo periodo. Lo strapotere fisico però non viene messo in atto solo dall’ottimo Mathiang ma anche da Crawford e Saunders che per questa caratteristica hanno ricevuto i complimenti da Caja prima e da Sacripanti al termine del match odierno. Le chiavi del gioco però sono ancora una volta in mano a Diener che quando vede la coppa si esalta e dopo esser stato decisivo nel debutto si conferma in semifinale archiviando una prova da 26 punti.
Nell’analisi del bilancio finale però non si può sfuggire ai numeri. Il match di fatto viene risolto nei cinque minuti che precedono l’intervallo. Dal 38-38 la Vanoli registra un parziale di 21-6 che uccide la partita e ad ogni modo già nei primi minuti dei secondo quarto era stato Aradori in versione one man band a tenere in scia i bianconeri. Quando si rientra in campo per la Virtus è difficile colmare il gap specialmente per Cremona gestisce egregiamente l’arduo compito di amministrare. Bologna ha il merito di provarci fino alla fine, ma è difficile recuperare un gap di questa portata se le percentuali dalla distanza non ti sostengono. Alla sirena il dato dai 6,75 m indica 9/32, pesano in particolar modo il 3/10 di Punter e l’1/7 di Taylor. Il punteggio finale premia giustamente la squadra che nei quaranta minuti ha mostrato la migliore pallacanestro.
SASSARI IL CUORE OGGI NON BASTA, BRINDISI IN FINALE – Architettare rimonte impossibili stava diventando più di un hobby per Sassari. Si entra nel periodo finale e il destino della squadra di Pozzecco sembra compromesso, nei dieci minuti conclusivi succede di tutto, ma a poco più di ventiquattro ore di distanza dal match con Venezia cambia il finale del libro e in finale ci va Brindisi. Termina la favola sarda, ma ad onor di cronaca va detto che la vittoria della banda di Vitucci è più che meritata per quanto visto in campo. La New Basket è stata al comando per gran parte del match e si è presentata al minuto finale con un +7 che sul piano teorico doveva aver messo in cassaforte la gara. In campionato probabilmente sarebbe stato così, ma queste Final Eight vogliono continuare a regalarci finali al cardiopalma ed è così che Chappell autore di una gara quasi perfetta fa 0/2, Brindisi sbaglia due rimesse in dieci secondi e Smith lancia in aria la preghiera che sbatte sul ferro.
Nei primi dieci minuti di gioco ha regnato l’equilibrio, un break targato Brown è valso il +4 per l’Happy Casa ma anche sul piano le statistico le compagine si sono equivalse. L’inerzia si sposta nella parte conclusiva del secondo periodo, per qualche minuti gli attacchi si raffreddano, Brindisi interrompe il digiuno per prima e nel segno di Chappell intavola la fuga toccando la doppia cifra di vantaggio. Al rientro sul parquet Banks crea i presupposti per la spallata finale e di fatto Brindisi prende il largo facendo presupporre la fine delle danze. Nel periodo conclusivo la difesa di Brindisi tiene bene, ma l’attacco s’inceppa nel momento più importante, Carter e Pierre spiegano la strada verso la rimonta che poi non è andata in porto per un pelo. A fine serata Sassari paga due aspetti negativi, il primo è il tiro da lontano (9/26 a fine gara) e il secondo ancor più deleterio è formato dalle percentuali sotto il ferro. Infatti alla sirena Sassari perde di uno realizzando quarantadue punti dal pitturato e dominando a rimbalzo, 48 totali di cui 23 sono offensivi. Il problema? L’energia portata sotto il ferro spesso non viene convertita in punti da Cooley e Thomas che da due tirano rispettivamente al 45 e al 30%. Brindisi invece trova ancora una volta le prestazioni di Brown e Banks a cui si aggiunge Moraschini che a livello di A1 non si era mai visto così.