Due pugili, FIBA ed Euroleague, all’interno di uno stesso ring, quello della pallacanestro ed intorno il suo pubblico che nel silenzio più eloquente osserva con mestizia il blackout a cui va incontro la nazione dei cesti del vecchio continente.
Partiamo dalla fine. “Non si comprende a quale titolo la Federazione risolva una Convenzione che scade il 30 giugno 2017. Se esiste un giusto motivo per risolvere l’accordo, occorre che la Federazione dica espressamente quella sia tale causa. Non è sufficiente richiamare una presunta violazione del principio di centralità della FIP e del dovere di osservare le disposizioni del CONI, della FIBA e della FIP, che, secondo la ricostruzione della Federazione, sarebbe stata messa in atto da questa Lega con la delibera del 17 marzo u.s. Questa Lega e i club ad essa associati ribadiscono con forza il principio di centralità della FIP e, con altrettanta forza, osservano, e continueranno ad osservare, nel modo più scrupoloso, le disposizioni del CONI, della FIBA e della FIP. Con la delibera del 17 marzo, assunta dalla Lega all’unanimità, e ripetiamo, all’unanimità, la Lega ha aderito al progetto della “Fiba Champions League”, divenendone anche azionista, ribadendo tuttavia un principio che la stessa Fiba e la stessa FIP hanno avallato da almeno 15 anni: e cioè quello di poter partecipare a competizioni, o essere associati a organizzazioni, che oggi non sono più riconosciute dalla Federazione Internazionale. Un principio di libertà che non è stato espresso unilateralmente da codesta Lega, né tantomeno dai club ad essa affiliati, con la delibera oggi tanto contestata dalla Federazione. Da almeno 15 anni i club italiani e di tutta Europa hanno partecipato, e partecipano oggi, alle competizioni non organizzate dalla Fiba e non per questo i club e le relative leghe sono stati penalizzati da tale partecipazione. E’ evidente che esiste un problema di natura legale. Ma questo problema, che non è stato risolto da nessuno in tutti questi anni, va oggi risolto non attraverso procedimenti sanzionatori, ma all’interno di un percorso che veda coinvolte tutte le istituzioni del basket a livello nazionale e internazionale. Nell’ ambito delle norme e dei principi sopra richiamati, la Lega proseguirà in tale percorso la prossima settimana, quando sarà convocata un’apposita Assemblea”, questa la nota emessa dalla Lega Basket a margine del consiglio federale tenutosi in data odierna.
Una risposta chiara e decisa a quanto lo stesso Consiglio Federale aveva statuito: “Il Consiglio federale, tenuto conto di quanto emerso nella riunione del Board FIBA Europe del 20 marzo, e visto quanto comunicato dalla Giunta Nazionale del CONI in data odierna, ha ritenuto che la decisione deliberata dalla Lega Basket Serie A il 17 marzo rappresenta una violazione del principio di centralità della FIP e del dovere di osservare le disposizioni del CONI, della FIBA e della FIP.
Pertanto, il Consiglio federale ha stabilito di risolvere la convenzione in essere con la Lega di Serie A, revocando le deleghe conferite, essendo venuti meno i presupposti, e di dare mandato alla Segreteria Generale per gli adempimenti di conseguenza. Per quanto concerne la questione relativa alla partecipazione alle competizioni internazionali per club non organizzate da FIBA e FIP, fatte salve quelle riconosciute da FIBA, il Consiglio federale, ha sottolineato il ruolo istituzionale di FIBA ed i doveri delle società affiliate di svolgere attività sportiva dando priorità a quelle federative, diffidando le società dal partecipare a campionati non organizzati da FIBA e FIP .
In tale senso è stato dato mandato alla Segreteria Generale che avvierà una procedura per valutare la posizione dei club di serie A in questione relazionando al Presidente federale che la sottoporrà all’attenzione del Consiglio federale per i provvedimenti di conseguenza”.
Non in ballo la sola questione sportiva ma una forte connotazione politica anima i comunicati e le riunioni dei vertici dello sport e di quelli del basket. Ci sono in ballo il PreOlimpico e la candidatura alle Olimpiadi del 2024, questo il grande timore che aleggia nelle stanze del CONI che non si può permettere “incidenti” nel tragitto che dovrebbe portare la capitale d’Italia a fregiarsi, ancora una volta, dei cinque cerchi olimpici. Un invito che ha il retrogusto dell’ultimatum quello della Giunta, indirizzato alle stanze del presidente Petrucci: “…la FIP a verificare con urgenza se l’operato della Lega basket di serie A si ponga in contrasto con i principi dell’ordinamento sportivo nazionale ed internazionale e – nel caso – adottare anche nei confronti della Lega tutti i provvedimenti utili al ripristino del rispetto dei principi necessari a garantire il regolare avvio e svolgimento delle competizioni sportive di alto livello, nazionali e internazionali”. È stato poi approvato il contratto di servizio tra Coni e Coni Servizi per il 2016″
Dopo la prima scissione concretizzatasi nel 2001, quando presero forma le due leghe (Eurolega e Suproleague) ed il ritorno ad un nuovo equilibrio che aveva portato l’Europa a stabilizzarsi su un nuovo modello di organizzazione cestistica sembrano davvero essere capitoli di un passato seppur recente. La richiesta da parte della FIBA (settembre 2015) di inserire un nuovo calendario della nazionali all’interno dell’annata sportiva aveva suscitato non pochi dubbi, uno su tutti quello relativo alla partecipazione dei giocatori Nba, che mai avrebbero avuto il permesso di tornare a stagione in corso nei propri paesi. Da quella data in poi un susseguirsi di scosse che hanno portato all’attuale frattura, prima su tutte la decisione da parte della stessa FIBA di creare la Basketball Champions League (56 squadre da 30 nazioni, 32 quelle che parteciperanno alla regular season, otto quelle che si giocheranno il titolo. L’accesso alla regular season porterà nelle casse dei team 100.000 euro, 340.000 il compenso per i campioni: un monte premi totale di 4.420.000 euro). Non ha tardato la risposta di Bertomeu, che forte di un accordo da circa 900milioni di euro con IMG (organizzazione mondiale in ambito sportivo, media e comunicazione) ha lanciato la nuova Euroleague: 16 squadre (con licenza A) all’insegna di una “SuperLega”.
Un segnale su tutti sembrava preannunciare il ruolo da protagonista, purtroppo negativo, dell’Italia all’interno di questo scontro. 26 Novembre 2015, Baumann (presidente FIBA) annuncia ai rappresentanti di sei leghe europee la creazione della Basketball Champions League, con relative e possibili sanzioni (compresa esclusione da competizione FIBA e campionati nazionali) di tutti i team che avrebbero deciso di iscriversi ad Euroleague ed Eurocup.
Niente di più vero. Da quella data in poi un continuo ping pong di dichiarazioni e di azioni di natura legale che portano l’attenzione degli appassionati al Febbraio 2016, data in cui l’Eurolega denuncia la FIBA dinanzi alla Commissione Europea, a rivendicare la libertà di scelta e volta a limitare quelle che a sua detta erano diventate vere e proprie minacce da parte dell’organo di Baumann nei confronti di squadre, giocatori e soprattutto arbitri che avevano espresso la loro volontà di partecipare alle leghe concorrenti.
Trento, Sassari e Reggio Emilia diventano attrici principali di un atto che sfiora i limiti dell’incredibile. Dopo aver dato la loro disponibilità a partecipare alla coppa di matrice FIBA, l’accettazione della proposta da parte di Eurolega: licenza triennale per la partecipazione ad Eurocup. L’offerta fatta da Jordi Bertomeu e il conseguente accordo siglato dalle società italiane mandano su tutte le furie la FIBA che tuona: “In risposta al comportamento illegale e aggressivo della Euroleague, il Board di Fiba Europe ha deciso che, ad eccezione dei 16 club di Euroleague, qualsiasi federazione che appoggerà le pratiche illegali della Euroleague, consentendo ai loro club o ai propri campionati di concludere o implementare accordi con la ECA, perderà automaticamente il diritto a partecipare alle competizioni delle nazionali organizzate da FIBA Europe. L’esclusione potrebbe poi estendersi anche ad altre competizioni“.
Il resto della vicenda è cronaca del presente e del deferimento arrivato per la triade composta dai sardi, dai trentini e dagli emiliani. Il racconto del futuro sembra un’utopia contornata da una cornice oscura: l’esclusione (anche dal prossimo preolimpico) di tutti coloro che non abbracceranno le competizioni di stampo FIBA. Restringendo i confini, non sembra esserci sole ad illuminare le prossime vicende del basket nostrano che al momento vede una Lega “delegittimata” e tre squadre (Trento, Sassari, Reggio Emilia) escluse dal prossimo campionato, pur essendo realtà consistenti. Nulla inficia la situazione di Milano che per via dell’accordo posto in essere precedentemente al grande “caos” di questi giorni, non rischia alcun tipo di sanzione. E come lei anche le altre partecipanti alla prossima Eurolega, come se l’obiettivo della discussione e delle ripercussioni legali di Baumann e dei suoi fossero focalizzate solo a quelle squadre che eccedono le fortunate sedici.
Il basket insegna che si vince o si perde, non c’è pareggio (aldilà di quanto può accadere nelle fasi finali delle coppe europee). C’è anche un limite di ventiquattro secondi per poter prendere un tiro e per una volta il pubblico, vero fulcro di questa anima, non chiede l’esecuzione perfetta delle azioni ma che si faccia canestro in un modo o nell’altro, questa volta più di altre contano i due punti.
Bertomeu a Sky non ha dubbi nell’intervista rilasciata alla trasmissione “Basket Room”: “Credo che sia opportuno ricordare che la stessa Fiba, a novembre, ha offerto ad otto club delle licenze decennali. Sembra quindi essere curioso ora il suo atteggiamento. Mi pare straordinariamente grave che chi sostiene di rappresentare i valori dello sport, minacci chi non aderisce alle sue richieste. Come escludere la stessa Nazionale dal preolimpico o escludere Roma dalla corsa alle Olimpiadi del 2024. Tutto ciò credo che sia incompatibile con i valori dello sport che la FIP sostiene di voler difendere”.
Gianni Petrucci, alla stessa trasmissione sulla stessa emittente cita il Vangelo: “Si farà più festa per le tre pecorelle smarrite che per quelle che sono restate”. Il basket italiano spera di non dover recitare un elogio funebre al termine di questa sfiancante diatriba.