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“Si tratta di una situazione certo imprevista ed imprevedibile dove siamo costretti a navigare a vista cercando di fare le scelte giuste. Sono arrivato da poco nel basket e cercherò, per quanto possibile, di mettere a disposizione di questo sport la esperienza che ho accumulato nel calcio”. Queste sono le parole di Umberto Gandini, neo presidente della Lega Basket Serie A intervenuto alla trasmissione “Domenica Sport” su Radio Uno Rai per spiegare come il mondo del basket stia affrontando le emergenza coronavirus.“Il basket in Italia è l’unico sport di squadra professionistico al di fuori del calcio: questo viene spesso dimenticato dalle nostre autorità, per cui quando si affrontano le problematiche di questi due sport, esse dovrebbero sempre essere considerate insieme – prosegue il discorso – Siamo uno sport che rispetto al calcio vive sugli incassi e non sui diritti tv, sono gli introiti da botteghino a sostenere il movimento cestistico e certo il fatto di non poter giocare sta incidendo pesantemente sulle casse dei club perchè continuano a sostenere costi di salari di dipendenti e collaboratori per una attività che al momento non possono svolgere per una legittima e necessaria decisione governativa”.
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Gandini parla poi del destino della stagione agonistica 2019/2020 spiegando cosa potrebbe ostacolare la conclusione del campionato di Serie A1: “Abbiamo davanti due paletti: il primo è la disposizione governativa che ferma tutto lo sport sino al 3 aprile: questo è il primo spartiacque ma ovviamente saranno le autorità a dirci se davvero nel week end del 5 aprile si potrà tornare in campo. L’altro aspetto da considerare sono le date del Preolimpico di basket che, come potrebbe succedere nel calcio con i campionati Europei, potrebbe subire ritardi o rinvii”. Il desiderio e la speranza del presidente di LBA restano però chiare: “Il nostro obiettivo resta quello di poter completare la stagione, anche arrivando eventualmente oltre il 12 giugno e ipotizzare, come sta già facendo il calcio, anche una conclusione entro la fine di quel mese. In merito alla ripresa degli allenamenti dei club, come LBA non abbiamo autorità per intervenire in merito a quanto individualmente deciso dagli stessi club. Certo possiamo dare alle società delle linee guida ad esempio utilizzando quelle della Federazione dei medici sportivi ed è quello che abbiamo fato. La salute resta l’aspetto più importante, non credo che nessun club voglia imporre direttive che esulano da queste indicazioni ma al tempo stesso stiamo parlando di professionisti che hanno comunque una attività da svolgere, magari inizialmente anche non attraverso allenamenti collegiali ma individuali, con l’obiettivo di farsi trovare pronti non appena ci sarà consentito riprendere a giocare”
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