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Piovono come un fulmine a ciel sereno le parole del CEO di Eurolega, Jordi Bertomeu, che si è espresso in merito alle qualificazioni per il Mondiale di basket, in programma in Cina nel 2019. I top player di NBA ed Eurolega rischiano seriamente di non esserci. Andiamo a capire il perchè.
L’appuntamento iridato ha subito negli ultimi tempi uno stravolgimento nella formula e nel regolamento. In primis, i mondiali passano ad essere disputati un anno prima delle Olimpiadi, e non più con due anni di anticipo come in precedenza, facendo così slittare la prossima edizione dal 2018 al 2019; la seconda novità riguarda il numero di squadre partecipanti, che aumentano da 24 a 32, senza assegnazione di wild card. È la terza variazione, quella su cui si è soffermato lo stesso Bertomeu, a destare non poche preoccupazioni agli addetti ai lavori.
Le qualificazioni al Mondiale erano solite tenersi, fino alla passata edizione, durante il periodo estivo, a campionati conclusi, quando era di fatto garantita la partecipazione di tutti i migliori giocatori. Con la nuova formula, la FIBA (Federazione Internazionale Pallacanestro) ha stabilito che si giocheranno i match durante determinate ‘finestre’ piazzate nel bel mezzo di campionati e coppe, 6 in 14 mesi, da novembre 2017 a febbraio 2019. In ragione di ciò, i calendari dei campionati nazionali e della Champions League, che fanno capo, proprio come l’organizzazione dei mondiali, alla FIBA, sono stati stilati tenendo conto di questi impegni.
Eurolega ed Eurocup, organizzate invece dalla ULEB (Unione delle Leghe Europee di Pallacanestro), tramite il portavoce Bertomeu, ha palesato delle problematiche difficilmente superabili: “Abbiamo avuto una riunione un anno e mezzo fa, in cui le squadre hanno deciso che non avrebbero preso parte al nuovo progetto FIBA. A luglio ci sarà una nuova assemblea, potremmo dare una mano nel merito dell’Eurocup, ma sarà più difficile intervenire per quanto riguarda l’Eurolega. Il problema non può essere nostro, ma di chi ha deciso di stabilire un calendario assurdo per una competizione nella quale si sapeva fin dall’inizio che i migliori giocatori non avrebbero potuto partecipare. Ci si chiede qualcosa che alle squadre NBA non viene richiesto. Questo progetto non ha alcun senso, sarebbe meglio riconsiderare il tutto”.
Proprio l’NBA era stata la prima a sollevare delle perplessità, annunciando che mai e poi mai le franchigie avrebbero concesso i giocatori alle nazionali. Problema che riguarda non solo i cestisti, ma anche il coach Gregg Popovich, impegnato alla guida dei San Antonio Spurs.
Se nulla dovesse cambiare in extremis, l’Italia, impegnata già il prossimo 23 novembre con la Romania, dovrebbe fare a meno delle stelle NBA Gallinari e Belinelli, di Datome, Hackett, Melli e Bargnani, militanti in squadre che giocano l’Eurolega, e dei “milanesi” Cinciarini, Pascolo, Fontecchio, Abass e Gentile, anch’essi impegnati nel massimo appuntamento continentale per squadre, con l’unica formazione italiana ammessa.
Staremo a vedere se tutte queste defezioni, non solo per il team azzurro, saranno confermate o meno.