“Non mi ricandiderò. Penso di aver dato tutto al basket, faccio un passo indietro. Spero arrivi un uomo di sport, magari un ex giocatore, ma non necessariamente deve essere figlio del basket, meglio un uomo che ami e conosca lo sport: questa è la figura ideale per raccogliere un’eredità prestigiosa come il basket italiano”. Così il presidente della Federbasket, Gianni Petrucci, nell’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. Il numero uno del basket italiano ha poi elogiato il ct Gianmarco Pozzecco, a poche ore dalla sfida delle qualificazioni mondiali contro l’Ucraina: “L’ho sempre seguito da giocatore, ha quel qualcosa in più di cui ci si può innamorare. Ho sempre avuto un rapporto particolare con lui. È un entusiasta, un vincente, anche lui ha vissuto momenti delicati che lo hanno fatto crescere e maturare. Ogni tecnico ha la sua caratteristica, ma non sono geni, perché i geni non fanno gli allenatori, fanno altro, sono impegnati nella scienza, nella medicina. Quanto a Pozzecco, osservo in lui caratteristiche importanti, adeguate, adatte alla panchina della Nazionale”.
Petrucci si è poi lasciato andare in una considerazione per quanto riguarda i cestisti che militano in Nba: “Dagli USA ci negano quasi tutto l’anno giocatori di nostro interesse, si limitano ad aprire una finestra di soli 28 giorni in estate, forte di contratti stratosferici. L’Eurolega, a differenza della Champions League nel calcio, non fa quelle pause che permettono per esempio una vita autonoma e competitiva alla Nazionale di Mancini. Per non parlare di altri sport, di altre federazioni, che non soffrono dei nostri problemi, non hanno certo una Nba. E qui noto che si fanno paragoni sbagliati, si dice che quelle federazioni vincono e il basket italiano invece è in sala d’attesa. Nessuna invidia da parte mia, anzi, rispetto, felicità e riconoscenza per certe vittorie italiane, ma il basket sta facendo di tutto per mantenere la sua alta competitività affrontando problemi e situazioni che altri sport non hanno“, ha spiegato Petrucci.