Gianni Petrucci, presidente della Federbasket, nel corso di un’intervista al Corriere della Sera ha parlato dell’incertezza circa la realizzazione dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. “I Giochi si faranno? Chi lo sa? Credo che oggi la certezza ce l’abbia solo il Signore. Quando sento frasi apodittiche tipo “si faranno”, faccio fatica a capire. Io dico “dobbiamo farle”, ma dire “si faranno” è un’altra cosa: è dichiarare certezze che nessuno al momento può avere“. “Sono stati cancellati un sacco di tornei preolimpici, in tutte le discipline. Io mi chiedo come gli atleti, tutti gli atleti, possano prepararsi per un’Olimpiade” è la riflessione di Petrucci, ma come sottolinea lui stesso “purtroppo che i Giochi si facciano o non si facciano non dipende da noi. Dipende dal virus. Come diceva san Tommaso Moro, “Signore aiutami ad accettare ciò che non posso cambiare“”.
Parlando invece dell’attuale situazione, il numero uno della Federbasket confessa: “La vivo male, da comune cittadino, rispettando le norme. E pensando a quello che si può fare per migliorare la pallacanestro italiana. Penso al dopo. E al fatto che abbiamo, che avremo, gli stessi problemi del calcio“. Fermare lo sport non è certo una decisione facile, “ma qualche volta è inevitabile farlo. Io da presidente del Coni l’ho fatto due volte: dopo l’uccisione dell’ispettore di polizia Filippo Raciti e durante l’agonia di Giovanni Paolo II. Federazioni e leghe si dissero subito d’accordo. Sono convinto di aver preso la decisione giusta” conclude Petrucci.