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Tra futuro e presente, il presidente della Federazione italiana pallacanestro Gianni Petrucci in un’intervista alla Gazzetta dello Sport non esclude l’ipotesi azzurra per Paolo Banchero. Il talento di Orlando “ha solo detto che deciderà alla fine della stagione. Difficilissimo che scelga l’Italia? Questo non lo dico, certamente non è facile anche perché ormai è un giocatore molto importante dell’Nba. Ma ci proveremo fino in fondo, non dimenticate che sul ragazzo esiste un progetto molto interessante che gli abbiamo sottoposto. Intanto, il coach Pozzecco e il direttore generale delle squadre azzurre Trainotti proveranno a inserire altri volti nuovi”, ha spiegato.
Poi aggiunge su Pozzecco: “Sono da sempre stato convinto dei vantaggi del full time, però devo anche dire che se uno mi chiede di allenare una squadra di club, oggi come oggi diventa molto difficile dire di no. Se riesce a gestire entrambi i ruoli non vedo cosa ci sia di controproducente. Pozzecco, quando ebbe l’occasione di andare al Panathinaikos, mi chiese il permesso e non ebbi problemi a concederglielo. Poi non andò più in Grecia perché gli nacque la figlia”, spiega Petrucci che aggiunge belle parole sul tecnico: “Con lui va splendidamente. Sono sempre più entusiasta della mia scelta. Ha portato nuovi metodi di allenamento, diversi da quelli che utilizzava nei club. Con lui il clima è super, ha un entusiasmo travolgente, non ci sono più giocatori che non vogliono venire in Nazionale. Poi, è chiaro che alla fine di tutto comandano sempre i risultati che otterrà, ma resto fiducioso, come sempre”.
Poi si passa alle regole federali da ritoccare: “Sarebbe il caso di evitare i trasferimenti a fine stagione tra i due campionati? Ne sono convinto, è una norma assurda, sbagliata. É anche colpa nostra che l’abbiamo permessa. Ma nel prossimo consiglio federale proporrò di eliminarla. L’aspetto sportivo è più importante di quello economico”. Centrale è il tema della tutela della classe arbitrale: “La Fip tutelerà sempre gli arbitri. Purtroppo non c’è mai un allenatore che dichiari di aver sbagliato. E anche i giocatori vanno oltre con le proteste. I dirigenti spesso recitano, i giocatori esagerano. Una volta, quando si commetteva fallo, si alzava la mano autoaccusandosi. Oggi si alza sempre la mano ma si scuote immediatamente la testa. Comunque il responsabile Lamonica e tutti i comitati regionali stanno facendo un grande lavoro sugli arbitri, nell’ultimo anno abbiamo avuto tanti ragazzi iscritti ai nostri corsi”.
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