Come da pronostico inizia con un successo il Mondiale degli Stati Uniti d’America. Il team USA supera la Repubblica Ceca con il punteggio di 88-67 sul parquet di Shanghai, ma lo fa senza riuscire a dare quel senso di superiorità che solitamente solo la squadra a stelle e strisce riesce ad imprimere. I cechi prendono ventuno punti di passivo, ma sono diverse le compagini che in Cina potrebbero fare lo stesso e soprattutto l’impressione generale specialmente in avvio è che tutto sommato una partita ci sarebbe potuta anche essere contro una squadra di un gradino sopra. Gregg Popovich è chiamato ad un arduo compito, mancano le stelle e la versione operaia degli Stati Uniti può esser portata al successo solo creando un gruppo saldo. Un paio di cene non bastano a renderti squadra e il match di debutto iridato lo ha evidenziato, le individualità restano importanti e le soluzioni personali dei vari violini bastano per addomesticare i rivali odierni.
ALLARME SUL LUNGO TERMINE – Parlare di allarme potrebbe sembrare prematuro, ma alla vigilia del Mondiale ESPN ha dedicato un lungo articolo al bronzo di Atene 2004 parlando di tragedia greca. Nella terra delle opportunità conta solo la medaglia d’oro, ecco perché bisogna pensare a lungo termine e la squadra vista oggi partirebbe indietro contro la Serbia vista alla prima. La regia di Walker non ha aiutato particolarmente i compagni, troppa la superficialità in fase offensiva e dall’arco dove le percentuali non sono state brillanti. Numerose le giocate estemporanee dei primi violini che possono permettersi questo contro la Repubblica Ceca, ma non contro compagini che ambiscono a piazzamenti sul podio. La Serbia è un’armoniosa orchestra, il Team USA no. Per loro fortuna i protagonisti a stelle e strisce possono contare sul miglior direttore sulla piazza e starà proprio a lui limare i difetti della squadra. Tolte le preoccupazioni però non bisogna dimenticare di quanto tempo ci sia ancora prima delle fasi finali del torneo e dei risultati ottenuti nei test match dove è stata già battuta la Spagna. Allo stato attuale gli Stati Uniti possono comunque vincere, ma per farlo bisogna dimenticare lo showtime ed essere squadra.
NON SOLO SERBIA – La Serbia non è l’unica squadra a poter impensierire gli USA e se ci fosse stato bisogno di ribadirlo ci hanno pensato Grecia e Francia con le loro prestazioni al debutto. Gli ellenici strapazzano il Montenegro al debutto assoluto in una rassegna iridata e lo fanno risparmiando minuti a Giannis Antetokounmpo che cala il parquet per 16 minuti. L’avversario era uno di quelli tosti e la banda di Thanasis Skourtopoulos ha saputo farsi trovare pronta. Il roster greco è buono e già di suo potrebbe far bene in questa competizione, la presenza dell’MVP della scorsa stagione NBA dà il boost necessario per essere una contendente al gradino più alto del podio. Un inizio a due facce invece quello della Francia che supera di quattro lunghezze la Germania. Nei primi venti minuti i transalpini mettono in mostra il proprio potenziale, nella ripresa c’è invece spazio per le lacune. A difesa schierata la Francia era riuscita a limitare i teutonici che hanno puntato tutto sull’alzare il ritmo e sui parziali per provare una rimonta che nel periodo finale aveva iniziato a prendere seriamente forma. Evan Fournier prende le chiavi della squadra alla prima uscita ufficiale con 26 punti e 10 rimbalzi, emerge anche M’Baye che chiude a quota 21.
GIRONE DI FERRO – Lituania, Australia e Canada, nel Gruppo H sono tre squadre per due pass. Sfortunato il sorteggio per il paese della foglia d’acero che oltre alle defezioni dovrà fare il conto con due delle maggiori candidate per un posto nei quarti di finale. Il primo atto per la banda di Nick Nurse, campione NBA in carica con i Raptors, si è chiuso con un K.O contro l’Australia. Tanta voglia e un ritmo alto hanno caratterizzato il gioco dei canadesi che sono stati in gara per tre periodi riuscendo dopo l’intervallo a ricucire uno strappo notevole. Nell’ultimo periodo però i nord americani finiscono la benzina e cedono il passo ad Australia più compatta e capace di far valere la propria fisicità nei momenti importanti. I marsupiali portano sei uomini in doppia cifra, brillano in particolar modo Dellavedova autore di 24 punti e Ingles con 13 punti, 9 assist e 5 rimbalzi. Gli oceanici con il successo del debutto confermano quanto fatto vedere in estate e coach Lemanis ha la fortuna di poter contare su un roster bilanciato senza particolari lacune. Squadra materasso del girone invece il Senegal che viene doppiata dalla Lituania che si impone con un netto 47-101. Sul parquet di Dongguan la squadra africana è come un pesce fuor d’acqua e lo sarà probabilmente per tutto il girone. Gli interpreti lituani invece partono a razzo e non lasciano mezza chance ai rivali, alla sirena sono ben sette i giocatori a toccare la doppia cifra. L’obiettivo minimo per il team di Dainius Adomaitis sono i quarti di finale e nelle prossime due giornate arriveranno due banchi di prova importante.