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Al cospetto della più grande folla mai presente in Australia ad assistere una partita di pallacanestro (52.079 sono state le persone presenti al Marvel Stadium di Melbourne) è successo ciò che non succedeva da 78 partite e da quasi 13 anni: Team USA perde una partita. Sono stati per l’appunto i padroni di casa a trionfare con il punteggio di 98-94, Dopo che, giovedì scorso, erano stati proprio gli statunitensi a spuntarla di 16 lunghezze.
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Patty Mills ha messo a segno 30 punti per gli aborigeni, i quali sono stati decisivi al fine di recuperare uno svantaggio di dieci lunghezze all’interno del secondo tempo. Ripetiamo: è la prima sconfitta degli statiunitensi dal lontano Mondiale del 2006, dove gli allora uomini di coach Mike Krzyzewski furono battuti in semifinale dalla Grecia. In quell’occasione arrivò la medaglia di bronzo, ma nelle occasioni seguenti (Olimpiadi 2008, Mondiali 2010, Olimpiadi 2012, Mondiali 2014 e Olimpiadi 2016, aggiungendo i numerosi exhibition games) la parola sconfitta fu letteralmente cancellata per 78 partite consecutive.
“L’hanno voluto più di noi questa sera, lezione imparata per noi”, afferma Kemba Walker, playmaker titolare di questo Team USA e futura stella dei Boston Celtics. È proprio Kemba il top scorer della squadra con 22 punti a referto, seguito dai 20 di Harrison Barnes. Per gli australiani, oltre alla prestazione monstre di Patty Mills, sono arrivati i 16 punti di Andrew Bogut, i 15 di Joe Ingles e i 13 di Aron Baynes. Da segnalare che nell’ultimo minuto di gioco Team USA ha avuto ben due occasioni per pareggiare la disputa prima che Ingles chiudesse la partita dalla lunetta: le triple di Donovan Mitchell e di Joe Harris, tuttavia non trovano il fondo della retina.
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