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Il neo presidente della Lega Basket, Umberto Gandini, ha parlato nel corso di una video-conferenza: “E’ molto stimolante essere entrato in un ruolo di vertice del basket italiano, non ho potuto scegliere il momento e mi sono trovato con le società in una situazione imprevedibile e a fare dei passi che avrei voluto compiere con calma. La situazione ci impone di lavorare sull’emergenza e stiamo lavorando perché un giorno si possa riprendere a giocare in questa stagione. Ma non c’e’ alcuna volontà da parte nostra di anticipare le decisioni di chi ci sta guidando: con Petrucci abbiamo fermato il campionato mentre si stavano allargando le zone rosse, e questo ci ha permesso di anticipare e seguire le decisioni delle nostre autorità governative. Anche se abbiamo avuto qualche caso marginale nel mondo del basket, tutti si sono risolti per il meglio e sino a questo momento non abbiamo avuto notizia di tesserati o altri contagiati”.
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I campionati di basket sono fermi a causa dell’emergenza Coronavirus e, ad oggi, è molto difficile pensare ad una ripresa della stagione, anche se esiste un limite: “La priorità e’ mettere in sicurezza il movimento, innanzitutto dal punto di vista sanitario, dando delle linee guida, e cominciare a pensare, anche se il tempo passa, quando ci saranno le condizioni. E sappiamo che alcune di queste difficilmente potranno verificarsi da qui al 30 giugno, data ultima in cui vorremmo concludere la stagione anche per rilanciare alla grande la prossima, e quindi dovremmo anche ragionare su una ripresa parziale e condizionata nel post coronavirus”.
La possibilità di giocare a porte chiuse non è sicuramente al primo posto nelle preferenze di Gandini: “Lavoriamo in un sistema che, a differenza del calcio, ha maggiori ricavi dal botteghino, quindi le porte chiuse hanno un risvolto economico-finanziario e ambientale. Ci sono due fronti: una parte dice che non possiamo permetterci di ricominciare a porte chiuse perché sarebbe una doppia sconfitta, l’altra afferma che, se avessimo tutte le sicurezze del caso e se l’obiettivo e’ terminare stagione, dobbiamo farlo. Una decisione non e’ stata presa e non sara’ presa a cuor leggero, la cosa più saggia sara’ valutare i pro e contro e, personalmente, adeguarsi. Immagino tutta una serie di situazioni. Magari una ripresa graduale: prima a porte chiuse, poi con capienze e distanze riviste e con nuove norme che dovranno fare scopa con l’atteggiamento del pubblico”.
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