[the_ad id=”10725″]
L’analisi della redazione di Sportface sulle otto contender della PosteMobile Coppa Italia di Serie A1 2018: è il turno di analizzare i campioni d’Italia dell’ Umana Reyer Venezia. La compagine guidata da coach Walter De Raffaele dopo un inizio titubante in campionato ha ritrovato continuità e adesso sta giocando un campionato al pari delle rivali di testa. Ai nastri di partenza della manifestazione i lagunari si presentano da quarta testa di serie e al primo turno affronteranno la Fiat Torino.
A una settimana dal Coppa Italia, Venezia occupa la vetta della classifica insieme a Brescia, Avellino e Milano. In campo europeo invece la formazione veneta è reduce dalla prematura eliminazione in FIBA Champions League, competizione che lo scorso anno li aveva visti raggiungere le Final Four. In Italia come detto invece le cose stanno andando meglio, dopo il tris di sconfitte a cavallo tra la 9° e l’11° giornata è arrivata una serie positiva di risultati, nelle ultime sette gare infatti sono arrivati sei successi per la banda di Walter De Raffaele.
PUNTI DI FORZA – La forza di Venezia è stata quella di non stravolgere completamente il roster che nella passata stagione ha vinto il titolo. Sono rimasti giocatori importanti per l’economia del team come Haynes, Bramos e Peric ai quali sono stati aggiunti giocatori funzionali come Johnson, Watt e Biligha. Per profondità di roster i veneti al momento sono secondi solo all’Olimpia Milano, spesso è ottimo l’apporto dalla panca degli azzurri Tonut, Biligha e De Nicolao. L’arma offensiva principale dei ragazzi di De Raffaele è il tiro dalla distanza, Johnson e Bramos sono gli specialisti principali e stanno tirando rispettivamente con 37.4% e il 44.4% ma anche il resto della squadra è in grado di tirare con discreta continuità . In generale è buona anche la costruzione dei possessi, infatti nonostante la squadra non annoveri tra le proprie fila giocatori nella top 5 degli assist individuali è la seconda compagine del campionato per numero di assist vincenti (18.1 per gara). Buoni anche i dati offensivi che riguardano numero di punti per gara (80.5 per gara) e percentuale al tiro dall’arco (36.2%).
PUNTI DEBOLI – I principali tarli di Venezia sono la difesa e la percentuale ai liberi. Nella metà difensiva la squadra sta crescendo ma continua a concedere troppo, 78.3 i punti subiti per gara, molti dei quali concessi con troppa facilità in seguito a possessi difensivi blandi. In lunetta invece i lagunari con il 70.8% di tiri convertiti sono la terza peggior squadra del campionato, già più volte nell’arco della stagione le imprecisioni a cronometro fermo sono costate diversi match giocati sul filo di lana alla Reyer. Infine da segnalare le difficoltà di Austin Daye nell’adattarsi al sistema di De Raffaele. Le qualità dell’ex Pesaro sono insindacabili e il suo acquisto è stata una scelta ottima tuttavia con poche settimane di adattamento non garantisce lo stesso rendimento di Gediminas Orelik almeno come giocatore di sistema.
QUINTETTO BASE
Marquez Haynes (classe 1986, 186 cm), playmaker: Haynes nel giro di una stagione e mezza è diventato uno dei pilastri di coach De Raffaele. In cabina di regia si caratterizza per un playmaking veloce fatto da ottime quick decision che mettono spesso i compagni in condizione andare a bersaglio. In fase realizzativa non si distingue tanto per la quantità di canestri segnati ma per la capacità di andare a referto in momenti delicati.
Dominique Johnson (classe 1987, 193 cm), guardia: Arrivato da Varese Johnson ha messo sin da subito in campo l’energia che lo caratterizza. Le sue doti specialmente dai 6,75 m lo rendono in grado di spaccare le partite. Tuttavia a Venezia non può più recitare il ruolo di one man band e di questo i suoi numeri ne hanno leggermente risentito.
Michael Bramos (classe 1983, 196 cm), ala: Miglior realizzatore del campionato dall’arco con una percentuale di 44.4% di triple segnate. In fase difensiva vive giornate altalenanti ma un giocatore così è meglio averlo in squadra che il contrario.
Hrvoje Peric (classe 1985, 201 cm), ala: Il croato ormai gioca in maglia Reyer dal 2013 ed è un pupillo di De Raffaele. Nel pitturato sa muoversi con rapidità e soprattutto con efficacia. Di contro paga a volte paga qualche calo d’attenzione nel corso dei match e al tiro non è sempre precisissimo.
Mitchell Watt (classe 1989, 208 cm), centro: Altra ottima presa estiva della Reyer, le sue prestazioni sono altalenanti il giusto ed è determinante nelle giornate di difficoltà per i tiratori della squadra. In difesa ha delle lacune che andrebbero sistemate