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L’analisi squadra per squadra delle partecipanti alla PosteMobile Final Eight di Coppa Italia serie A1 2018 della redazione di Sportface, punta i riflettori sulla Sidigas Avellino, prima testa di serie del tabellone.
Dopo aver raggiunto il momento più alto della stagione proprio in coincidenza della quindicesima giornata, nella quale sono stati decisi gli accoppiamenti dei quarti di Coppa Italia, la squadra di Stefano Sacripanti ha accusato una leggera flessione con due sconfitte consecutive in campionato e l’interruzione del proprio cammino in Champions League. Ne è conseguita la perdita del primo posto solitario in classifica. La risalita è arrivata in casa della FIAT Torino e vuole proseguire a Firenze con la conquista del primo trofeo in palio nel 2018.
PUNTI DI FORZA – Avellino è semplicemente la squadra che tira meglio dal campo: primo posto per percentuale di tiri da due realizzati (57,1%) e primo posto per percentuale di tiri da tre (39,9%). I numeri offensivi sono eccellenti: terzo miglior attacco del campionato (83,7 punti a partita) e terza squadra per numero di rimbalzi offensivi catturati (37). Ottimo anche il dato sulle palle rubate: 7,3 di media, terzo migliore della lega. La profondità del roster è di buon livello ed aumenteranno ancor di più le rotazioni col rientro in gruppo a pieno regime del lungo degente Shane Lawal, che comunque non sarà in campo a Firenze. Avere gente come Wells, Fitipaldo e Ndiaye che parte dalla panca è lusso concesso a pochi.
PUNTI DEBOLI – Il grande difetto è l’applicazione difensiva, che a tratti risulta sotto la soglia di intensità minima. La squadra ha troppo momenti di slegamento nell’arco dei quaranta minuti di gioco, un fattore su cui Sacripanti dovrà ancora insistere. Avellino è addirittura all’undicesimo posto per punti subiti a partita (77.3). Anche la percentuale di realizzazione dei tiri liberi è da migliorare se si vuole puntare in altro: di poco superiore al settanta per cento, 71,7%. Nei momenti di difficoltà la Sidigas tende troppo ad affidarsi alle giocate dei singoli, andrebbe valorizzato in misura maggiore il gioco di squadra.
QUINTETTO BASE
Ariel Filloy (classe 1987, 190 cm), playmaker: l’esperto di tiri impossibili. Il suo canestro sulla sirena del quarto periodo al Mediolanum Forum resterà nella storia. Viene da uno scudetto vinto con la Reyer Venezia e vuole ripetere l’impresa anche ad Avellino. Quarto miglior giocatore della lega come rapporto plus/minus (70).
Jason Rich (classe 1986, 191 cm), guardia: semplicemente il giocatore con la media punti a partita più alta del campionato: 20,1. A volte forza troppo la giocata, ma la sua media plus/minus è la quinta del campionato (6,9). Talento straripante.
Thomas Scrubb (classe 1991, 198 cm), ala: tiratore sublime. La sua percentuale da tre punti è addirittura superiore (56,3%) a quelle da due punti (56,8%), lasciarlo libero di tirare coi piedi dietro l’arco significa esporsi al suono della retina che si muove.
Maarten Leunen (classe 1985, 206 cm), ala: il vero equilibratore del gioco di Sacripanti. Non è un caso che sia miglior assist-man e miglior rimbalzista della squadra. Fa il lavoro sporco.
Kyrylo Fesenko (classe 1986, 216 cm), centro: il suo rientro sul parquet è fondamentale per dare chili e punti sotto canestro. Dentro il pitturato trova la retina con il 68% di probabilità (43 canestri su 63 tiri tentati da due). Le doti intimidatorie non sono più quelle di una volta, ma il talento rimane intatto.