La Serbia torna in finale agli Europei di basket a otto anni dalla sconfitta con la Spagna nel 2009. Lo fa battendo un’ottima Russia che è rimasta in corsa fino agli ultimi minuti ad un solo tiro dal recuperare uno svantaggio di +16 che contro la Serbia pareva irrecuperabile. L’ultimo ostacolo sulla strada della nazionale di “Sasha” Djordjevic sarà la Slovenia che ha raggiunto la finale grazie al netto successo sulla Spagna.
La partita comincia molto bene per la Serbia, che sforna un basket forse non così scintillante ma sicuramente sufficiente a tenere a bada le velleità russe. Fanno il loro lavoro gli uomini serbi Bogdanovic e Marjanovic, che svettano inevitabilmente su tutti, ma anche dal lato russo qualche lampo arriva, Vorontsevich e Shved non chinano certo il capo ed il primo quarto mostra un basket di indubbia qualità, anche se forse eccessivamente sacrificata in nome di uno studio dell’avversario che spesso toglie dinamicità alle manovre di entrambe le squadre.
Il secondo quarto è senza dubbio molto più eccitante, arriva infatti la prima vera accelerazione della squadra serba che grazie agli immancabili Bogdanovic e Marjanovic infila un break di 14 punti consecutivi dal 26-28 al 26-42. Per i russi è quasi impossibile rispondere, i serbi fanno letteralmente quello che vogliono per buona parte di questa frazione. I canestri sono semplicemente spettacolari, forse addirittura troppo facili per i cestisti serbi. Il coach russo Bazarevich si sgola per farsi seguire dai suoi giocatori ma c’è poco da fare, la Serbia gioca troppo bene trovando soluzioni antologiche da ogni lato del campo. Al cambio campo il tabellino recita un inquietante 48-34.
La Russia non ha però nessuna intenzione di cedere il passo così facilmente, e ad inizio secondo tempo torna a farsi sentire. È Shved a farsi carico di molte delle azioni d’attacco dei russi, che approfittano di qualche minuto di vuoto da parte della formazione serba per riportarsi a sole cinque lunghezze di distanza 52-57 con una strepitosa tripla di Vorontsevich. Una piccola reazione serba e l’equilibrio appena lasciato viene ristabilito, ma è un momento particolarmente opaco per la squadra serba, che fatica a costruire gioco rinunciando sempre più spesso alle micidiali accelerazioni con cui avevano staccato l’avversario nel secondo quarto.
Nell’ultimo quarto sarebbe logico aspettarsi una Serbia decisa a metter fine alla discussione, ma da quell’orecchio i russi non ci sentono e con poca fatica si issano fino al 65-69. Djordjevic sa che a lungo andare questa situazione rischia pericolosamente di sfuggirgli di mano, ma le sue mosse non danno gli effetti sperati, non tanto perché la sua squadra non lo segue (e il nuovo +10 firmato Macvan è una conferma) quanto per la presenza tra le fila russe di Shved, che con due triple dà modo ai suoi compagni di trovare un -2 che a poco più di tre minuti dalla fine potrebbe rimettere tutto in discussione. ‘Potrebbe’, perché nei fatti la partita per la Russia finisce lì, con la salita in cattedra di Bogdanovic che chiude la partita per 87-79.