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Quinn Ellis, Trento - Foto Norberto Maccagno/IPA Sport
Delirio Trento all’Inalpi Arena di Torino: la Dolomiti Energia domina la finale della Coppa Italia di basket 2025 e si aggiudica il trofeo per la prima volta nella sua storia. Battuta con il risultato pesante di 63-79 l’Olimpia Milano, che per la seconda edizione di fila vede sfumare la possibilità di vincere la Coppa proprio all’ultimo atto. Lo scorso anno fu il Napoli a battere i meneghini, mentre stavolta è la squadra di coach Galbiati ad imporsi. Inoltre, per Milano sfuma anche la possibilità di diventare la squadra con più affermazioni in Coppa Italia: l’albo d’oro vede a pari merito l’Olimpia con Virtus Bologna e Treviso.
Vittoria più che meritata per Trento, che si conferma decisamente più in forma soprattutto nella parte centrale della partita, dove si decide l’incontro. Jordan Ford si conferma il leader tecnico della Dolomiti Energia, che comunque disputa una grande prova di squadra.
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Coppa Italia basket, il racconto della finale Olimpia Milano-Trento
PRIMO TEMPO
Partita che inizia subito su ritmi molto alti, con Milano che punge con Bolmaro e Gillespie ma subisce un parziale di 0-7 con Ellis protagonista supportato da Lamb e Cale. Il primo ingresso di Ford è subito molto incisivo, favorendo il massimo vantaggio sul 4-13. A questo punto si scuotono i “pesi massimi” meneghini, con Mirotic e Shields che rimettono le cose a posto con un contro parziale da 9-0 per il 13-13. Il primo quarto si chiude sul 14-15.
L’inerzia del primo parziale prosegue a inizio secondo quarto con Ellis e Lamb (16-20), ma è un nuovo parziale di 7-0, stavolta per Milano, a permettere all’Olimpia di rimettere il naso avanti (23-20). Ford e Mawugbe combinano bene per l’ennesimo contro sorpasso, a cui rispondono di nuovo LeDay e Mirotic (31-28). Trento non lascia un centimetro agli avversari e prima risponde con la tripla di Zukauskas, prima di allungare sul 31-38 grazie agli attacchi letali di Ford, Lamb e dello stesso Zukauskas.
SECONDO TEMPO
L’intervallo lungo non distrare Trento, che riparte subito da Ellis e Lamb, grandi protagonisti del nuovo +9 per l’Aquila. L’Olimpia Milano è disunita, e al contrario di quanto visto nei quarti e in semifinale fatica a costruire azioni corali. Sono, quindi, le giocate individuali di LeDay e Shields a permettere alla squadra di coach Messina di rimanere aggrappata alla partita (40-42). Ma è solo un fuoco di paglia, perché Cale, Ford e Niang rilanciano Trento, che aggiunge anche una tripla con Zukauskas e un floater di Ford per vanificare il canestro di Mirotic. Per la prima volta, Trento trova il vantaggio in doppia cifra (44-54), che resiste fino alla mezz’ora (48-59).
L’Olimpia prova a scuotersi con rabbia, ma la palla non entra più: Flaccadori non va a segno e LeDay commette fallo in attacco, mentre dall’altra parte la tripla di Ford fa malissimo (50-62). Ellis mette quello che sembra essere il punto esclamativo (50-67), ma Trento forse stacca la spina troppo presto e l’Olimpia ne approfitta per accorciare sul 58-69. Il rimbalzo e la conseguente schiacciata di Niang scacciano la paura, ed è Cale a piazzare il canestro dall’arco che di fatto chiude i conti (60-75) prima della passerella finale.
Le pagelle della partita
JORDAN FORD, 10: partita encomiabile della guardia di Trento, che si conferma sempre più trascinatore. In palla fin dai primi minuti, illumina con punti (23) e giocate illuminanti.
QUINN ELLIS, 10: massimo dei voti anche per il numero 1 della Dolomiti Energia, che si merita il premio come miglior giocatore di questa Final Eight. Qualità, intensità e tanta, tanta quantità.
TOTO FORRAY, 10: dieci come il suo numero di maglia, lui che da quindici anni è il simbolo di questa squadra. Le sue lacrime a fine partita dicono tutto: “Sono emozionato, i ragazzi lo hanno fatto anche per me, da dieci giorni dicono che avrebbero giocato per me”, le sue parole a caldo.
NIKOLA MIROTIC, 7: il campione di Milano fa decisamente il suo lavoro: sgomita, prova a illuminare i compagni e segna 20 punti con un incredibile 14 su 14 dai tiri liberi. Non è, però, abbastanza.
ZACH LEDAY, 6: anche lui va a sprazzi, stasera la luce è mancata a tutta Milano ma ancora di più alle proprie stelle. Male, infatti, anche Shavon Shields e Niccolò Mannion (5 per entrambi), che non entrano mai in partita. Inoltre, dalla panchina i vari Pippo Ricci, Stefano Tonut e tutti gli altri non danno una mano.