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Finisce in carcere il 45enne di Capo d’Orlando (Messina), già arrestato lo scorso marzo dalla Polizia e posto ai domiciliari perché ritenuto responsabile di atti persecutori ai danni di una ragazza e di un giocatore dell’Orlandina, militante nel campionato di basket di Serie A2. I due erano stati presi di mira per identiche ragioni: il giocatore per avere la pelle nera, la ragazza per avere simpatie nei confronti della locale squadra di basket e, quindi, anche per i giocatori di colore.
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Dalle indagini, coordinate dalla Procura di Patti, era emerso che l’uomo dallo scorso gennaio attraverso falsi profili su social network e post pubblici su profili di altri utenti, aveva iniziato a perseguitare ossessivamente le sue vittime con continue minacce di morte, nascondendo sempre la propria identità e costringendole a chiedere l’intervento della Polizia. Il 45enne, infatti, nonostante il divieto assoluto di avvicinamento e di comunicazione con le vittime, ha continuato a vessare la ragazza avvicinandola in strada e spaventandola ripetutamente. Ha poi ripreso a pubblicare messaggi e frasi intimidatorie sui profili social con evidenti riferimenti alla donna e commenti razzisti. Dai commenti è poi passato a chiare minacce di morte con immagini inequivocabili quali bare da morto.
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