Interessante e lunga intervista per Alessandro Gentile, che al Corriere della Sera ha raccontato il suo rapporto con la salute mentale ammettendo di soffrire lui stesso di depressione. Il giocatore in forza a Varese ha pubblicato un post sui social, sottolineando di non essere “matto”: “Quando capitano certe cose senti come se stessi impazzendo, ti senti fuori dal mondo e la cosa brutta è che non sai con chi parlarne perchè gli altri magari non hanno mai provato sensazioni simili – ha spiegato l’ex giocatore di Milano – E’ giusto chiedere aiuto a persone competenti, senza vergogna. Io prima ne ho parlato con i miei genitori e con mio fratello Stefano, poi mi sono rivolto a una psichiatra e adesso sono ancora in contatto con una psicologa.”
Gentile sottolinea come questo problema esuli dal basket giocato: “La mia vita è molto più grande della pallacanestro, che è comunque il mio lavoro e la mia passione. Però va dato il giusto peso alle cose, non si riduce tutto al campo. Avevo questo problema da tempo, ma l’ho tenuto nascosto sotto forma di disagio e con il Covid le cose sono andate peggiorando con l’isolamento e la paura. Non siamo macchine ma esseri umani.”
Tornando indietro nel tempo, il giocatore di Varese dice la sua sulle occasioni mancate: “NBA? Sicuramente ho commesso degli errori, non entro nei dettagli. Ci sono state tante vicende personali, un altro rimpianto è sicuramente quello legato al Panathinaikos. Critiche? Se sbaglio una partita non le leggo nemmeno più. Anche i tifosi che ti sostengono sono sempre pronti a voltarti le spalle se le cose non vanno bene.”