Basket

L’angolo del ricordo: il trionfo europeo di Rieti in Coppa Korac

In Italia il basket si è sempre prestato alle favole di provincia e questo ci ha lasciato in eredità grandi storie. Una di queste è quella dell’Arrigoni Rieti che nella stagione 1979/1980 vinse il primo e unico trofeo della propria storia. Due anni prima la squadra laziale aveva conquistato la promozione in A1 e nell’anno di neo promossa era riuscita ad arrivare in semifinale playoff ed in finale di Coppa Korac cedendo solo al Partizan Belgrado. L’anno successivo i reatini preserò nuovamente parte alla Coppa Korac che ai nastri di partenza presentava anche Siena, Mestre e Forlì.

Ad inizio stagione Rieti si troverà a fare i conti con le importanti cessioni di Domenico Zampolini e Cliff Meely. Il rimpiazzo è Lee Johnson che si unisce ai noti Willie Sojourner, Gianfranco Sanesi e Giuseppe Danzi, il tutto sotto la guida dell’attento Elio Pentassuglia. Rieti entra nel torneo nella fase a gironi saltando insieme a Jugoplastika Spalato, Standard Liegi e Olympiacos i due turni preliminari. Delle azzurre si perde per strada solo Forlì, fuori al secondo turno contro l’EB Orthez. Si arriva alla fase a gironi, sedici squadre divise in quattro gruppi ed il pass per la semifinale alle quattro vincenti. Siena e Mestre chiudono seconde nei propri gruppi alle spalle di Hapoel Tel-Aviv e Jugoplastika Spalato, nel girone A primato al Cibona Zagabria mentre in quello B è en plein per Rieti capace di vincere i doppi confronti con Olympiacos, Badalona e Tofas Bursa. La semifinale contro lo Jugoplastika Spalato sarà rocambolesca, all’andata vittoria 86-75 in casa, al ritorno ribaltano i rivali e si decide tutto i supplementari che terminano con il punteggio di 104-97 premiando Rieti nonostante la sconfitta.

Arriva dunque il 26 Marzo, al Boule d’Or di Liegi la squadra di coach Pentassuglia affronta il Cibona Zagabria, già sconfitto l’anno prima ai quarti di finale della stessa rassegna. La squadra di coach Novosel tra le punte di diamante del suo quintetto presentava il centro Andro Knego, l’ala Ivo Nakic e il play Aza Petrovic, fratello maggiore di Drazen che avrebbe giocato a Pesaro più avanti. Nonostante si trattasse di un evento storico per la città di Rieti, il match non fu trasmesso in diretta dalla RAI e la copertura mediatica fu limitata con solo tre giornali italiani accreditati a Liegi. Qualche critica fu poi mossa anche all’impianto belga, non adatto al basket e con le linee del parquet che si intersecavano a quelle dei campi destinati ad altri sport. Dal punto di vista tecnico e dello spettacolo la finale non decollerà mai, i reatini tengono sempre margine, ma senza scappare. Ottimo Lee Johnson autore di 28 punti che risulteranno decisivi per il 76-71 finale che vale uno storico trionfo per Rieti. A Liegi sono forse un centinaio i tifosi che con bus e macchina hanno raggiunto la squadra e che festeggiano tutta la notte. Naturalmente si festeggia anche a Rieti ed è così che Brunamonti ricorda il rientro: A Liegi ero felice ma non avevo realizzato bene l’importanza dell’impresa appena compiuta, ma una volta tornati a Rieti mi sono realmente reso conto di cosa avevamo fatto. Sceso dal pullman in piazza Cavour, mentre salivo su per via Roma, a quell’ora di notte, faceva pure un bel freddo, la gente continuava ad aumentare ad ogni passo. Arrivato in piazza del Comune, c’era una immensa folla di tifosi. Fu una cosa straordinaria”.

 

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