Basket

L’angolo del ricordo: quaranta minuti di cielo azzurro sopra Berlino

Andrea Bargnani - Foto "Fiba.basketball"

Ci sono partite che entrano nelle storie di un club o di una nazionale a dispetto di quello che è poi il risultato finale nel torneo. Nel nostro paese l’esempio calzante potrebbe essere la semifinale dell’Europeo 2000 contro l’Olanda, nel caso della storia recente della palla a spicchi potrebbe essere Italia-Spagna ad Eurobasket 2015. Il torneo itinerante vede gli azzurri di coach Pianigiani impegnati alla Mercedes-Benz Arena di Berlino nel gruppo con Germania, Islanda, Turchia, Serbia e a punto Spagna. Il roster è forse quello con più potenziale degli ultimi anni, presente infatti il 3+1 NBA con Datome reduce già al Fenerbache dopo l’esperienza oltreoceano e Bargnani ancora con il Mago e Beli nella lega americana.

Quello che attende gli azzurri è un girone di ferro, l’Islanda squadra cuscinetto e poi cinque squadre a giocarsi i quattro posti nella fase finale di Lilla. Alla prima uscita l’Italia se la gioca sul filo con la Turchia, importante comeback nel finale che non si rivela sufficiente però; vincono i turchi 87-89 mettendo subito il nostro percorso in salita. Questo risultato infatti sulla carta riduceva le speranze della squadra tricolore allo scontro diretto con la Germania forte del fattore campo, ritenuti quasi scontate dagli addetti ai lavori contro Spagna e Serbia. Ad ogni modo la seconda sfida, andata in scena davanti a 4.000 spettatori è quella contro l’Islanda. Arrivano i primi due punti nel torneo, ma il 71-64 lascia molti dubbi; tante le difficoltà nella metà campo difensiva ed i conti da fare con i problemi di Datome al ginocchio. Le cifre premiano Alessandro Gentile probabilmente all’apice di quella che è stata finora la sua carriera, sono 21 i punti dell’ex Milano.

Si arriva così alla sfida con la Spagna della golden generation: Gasol, Fernandez, Rodriguez, Hernangomez, Ribas, Reyes, San Emeterio, Llull e Mirotic gli uomini che garantiscono a coach Scariolo una notevole profondità di rosa. L’Italia invece arriva alla palla a due senza Datome e con un Belinelli a mezzo servizio che stringe i denti per la maglia azzurra. Si parte da 0-0, ma poi le partite devono iniziare; in questo caso però la squadra di Pianigiani tiene scia nei primi dieci minuti che scorrono veloci (19-20). Nel secondo periodo perdiamo anche Hackett, caduto male su un gomito; troviamo però un sorprendente Aradori ed il miglior Bargnani che gioca con un’inedita foga agonistica firmando il sorpasso alla pausa lunga (45-42). 

Con il rientro sul parquet coincide anche il ritorno di Hackett – rimesso in sesto all’intervallo – e l’ingresso in partita di Belinelli (tentennante nei primi 20 minuti di gara). Le fiammate del Mago e del Beli valgono la doppia cifra di vantaggio (57-47), poi esplode anche Gallinari ed ecco che finalmente i big three italiani lavorano di pari passo ed intensità. Il periodo conclusivo parte proprio dal +10 azzurro e la Spagna non può nulla, ad ogni tentativo di rientro la roja è stata rintuzzata dalle triple della banda di Pianigiani. Il cielo sopra Berlino è di nuovo azzurro, l’Italia vince 105-98.

Le aspettative sulla nazionale cambiano radicalmente e ventiquattro ore dopo arriva la conferma con la spettacolare vittoria sulla Germania per 89-82 dopo un overtime. Con la certezza del biglietto aereo per Nizza, gli azzurri si flettono poi alla superiore Serbia che chiude con il primato del girone. In Francia il torneo dell’Italia terminerà ai quarti di finale con la sconfitta all’overtime contro la Lituania ed i conseguenti rimpianti per il famoso ultimo possesso dei quaranta minuti regolamentari, ma questa è una partita a parte. Ad alzare il trofeo sarà invece proprio la Spagna battuta nella folle giornata di Berlino.

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