Rispetto a quelli di altri sport, i Mondiali di pallacanestro vedono la luce abbastanza tardi. Se la FIBA organizzava già dal 1935 gli Europei, solo nel 1950 il segretario generale William Jones decide di far disputare la prima competizione globale con il titolo iridato in palio. La sede del primo Mondiale è l’Argentina, più precisamente Buenos Aires ed ad essere ancora più precisi l’Estadio Luna Park struttura indoor nel cuore della città. Ai nastri di partenza dieci squadre selezionate secondo i seguenti criteri: il podio dell’Olimpiade 1948, i due migliori team di Sud-america, Europa e Asia oltre alla squadra ospitante. Il viaggio al tempo troppo impegnativo porta alla rinuncia le squadre asiatiche, furono così invitate Ecuador, Jugoslavia e Spagna. Inoltre per ragioni politiche l’Uruguay decise di non giocare lasciando posto al Perù.
Il 22 ottobre 1950 la partita inaugurale del Mondiale è Perù-Jugoslavia terminata con un bassissimo 33-27. La fase iniziale del torneo coinvolgeva da subito tutte le partecipanti e alla fine delle prime gare si sarebbe delineato il girone da sei nazionali in lizza per il titolo e quello minore per i piazzamenti dal 7° al 10° posto. Dopo i primi quattro giorni di gara sono Argentina, Stati Uniti d’America, Egitto, Francia, Cile e Brasile ad approdare al gruppo che vale il titolo. Nel gruppo per i piazzamenti è il Perù ad avere la meglio con tre vittoria, anche se la gara che resta incisa nella storia della manifestazione è quella mai giocata tra Spagna e Jugoslavia con la nazionale dei balcani che abbandona il parquet in segno di protesta contro il regime franchista. Vittoria a tavolino per gli iberici in un match che di fatto avrebbe assegnato solo il nono posto viste le sconfitte precedenti delle due compagini.
Le polemiche nel corso del torneo non si sprecano. Spettacolo latente e punteggi bassi non tengono il paragone con la rassegna olimpica disputata due anni prima a Londra. Nella fase finale un vistoso errore arbitrale compromette il punteggio della sfida tra Francia ed Egitto con vittoria di quest’ultimi che si rifiutano di rigiocare la gara dando vita a tensioni diplomatiche. Si gioca dal 27 ottobre al 2 novembre per arrivare così all’ultima giornata e soprattutto a quella che di fatto è la finale tra Argentina e Stati Uniti d’America. Le due compagini arrivano a giocarsi l’oro con un record di 4-0 nel girone; i padroni di casa guidati da Jorge Hugo Canavesi e in campo sono capeggiati da Oscar Furlong centro del Gimnasia V. Parque che dopo il ritiro dalla pallacanestro si dedicò al tennis prima come giocatore e dopo come coach portando da commissario tecnico l’albiceleste in semifinale nella Coppa Davis 1977. Dall’altra parte gli Stati Uniti d’America non dando priorità alla nuova manifestazione decisero di presentarsi con una squadra del dopolavoro formata dagli operai della Chevrolet di Denver, alla guida coach Gordon Carpenter. Secondo quanto riportato dalla federazione americana di basket il giorno della sfida contro l’Argentina ben 25.000 persone si recarono al Luna Park. Il match in sé non regala emozioni particolari, l’albiceleste chiude la prima metà sopra di dieci punti (34-24), nella ripresa gli USA accorciano a -3 prima di essere sopraffatti e cedere 64-50 alla selezione argentina che celebra in casa la medaglia d’oro iridata. Un interessante aneddoto del match riguarda i falli con ben sotto giocatori americani cacciati per accumulo di falli, l’Argentina ha segnato esattamente la metà dei punti dalla lunetta e nell’ultimo minuto e mezzo la sfida si è giocata 5 vs 4.