
C’è chi si ritira e sparisce, e chi come Valentino Rossi continua a scrivere capitoli nuovi di una carriera che sembra non volerne sapere di chiudersi.
Il “Dottore”, oggi impegnato nel WEC con BMW nel campionato LMGT3, ha dimostrato una volta di più che la passione per la velocità non conosce età, confini o categorie. Che sia su due ruote o su quattro, l’istinto competitivo è sempre lo stesso. E anche oggi, a quasi tre anni dal suo ritiro dalla MotoGP, Valentino è ancora lì: a sorridere, a spingere, a cercare la pole. Proprio come ha fatto pochi giorni fa a Imola, piazzando la sua BMW davanti a tutti nella sua classe.
Ma Valentino è anche molto di più. È l’uomo che ha cambiato il motociclismo moderno, rendendolo pop. È il marchio VR46, il talento cresciuto al Ranch di Tavullia, il pilota capace di far innamorare anche chi la MotoGP non l’aveva mai seguita. È quello che ha attraversato generazioni, da Biaggi a Lorenzo, da Stoner a Marquez, uscendo sempre da protagonista. E quando si racconta, come in una recente intervista, ammette: “Dopo alcune gare mi sentivo in apnea. Era tutto troppo, anche per me”. Un gigante, che resta però umano.
Rossi come Leclerc, Trofeo Bandini in bacheca
La leggenda continua, anche fuori dalla pista. Giovedì pomeriggio Valentino Rossi ha ricevuto a Imola, nella splendida cornice di Palazzo Sersanti, il Trofeo Lorenzo Bandini – Edizione Speciale WEC. Un riconoscimento prestigioso, che in passato ha visto nomi come Verstappen, Leclerc e Norris riceverlo, e che stavolta ha celebrato l’incredibile parabola sportiva del campione di Tavullia. A premiarlo, il presidente dell’Associazione Trofeo Bandini, Francesco Asirelli: “Per la sua carriera straordinaria e per aver saputo distinguersi anche nel passaggio dalle due alle quattro ruote”.

Emozionato, Valentino ha ricordato il suo legame con Imola: “Qui ho corso negli anni ’90 con la 125 e la 250, vincendo gare importanti. E nel 2022 ho disputato la mia prima gara a quattro ruote proprio qui. Tornarci e ricevere questo premio è un grande onore”. Poi una battuta sulla sua identità territoriale: “Sono marchigiano, ma Tavullia è a un chilometro dalla Romagna. Sinceramente siamo più romagnoli che marchigiani”. Con il solito spirito, la solita umanità, la solita voglia di correre. Valentino Rossi, ancora una volta, ha acceso i riflettori e Imola, come sempre, ha risposto con un applauso degno di un campione eterno.