Clamorosa notizia lanciata dalla Gazzetta dello Sport: Alex Schwazer è stato trovato nuovamente positivo a un controllo antidoping. Il marciatore altoatesino avrebbe assunto sostanze vietate a inizio anno, durante la preparazione per il rientro alle gare. A condannarlo, per la precisione, sarebbe un test effettuato dalla Federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) lo scorso gennaio, nel quale l’azzurro sarebbe risultato positivo agli anabolizzanti.
Finita di scontare la squalifica di tre anni e mezzo per la positività all’Epo riscontrata prima dei Giochi Olimpici di Londra nel 2012, Schwazer era tornato in gara lo scorso maggio nel Mondiale a squadre di marcia di Roma, dove aveva vinto la 50 chilometri ottenendo il tempo di qualificazione per l’Olimpiade di Rio de Janeiro 2016 (LEGGETE QUI il racconto della vittoria). Il suo rientro e la convocazione per i Giochi brasiliani avevano scatenato diversi malumori anche all’interno dell’atletica azzurra, con il campione del mondo del salto in alto indoor Gianmarco Tamberi che aveva apertamente dichiarato di non volere in squadra l’altoatesino per il suo precedente con il doping (LEGGETE QUI le parole di TAMBERI).
A difesa di Schwazer e del suo diritto di partecipare all’Olimpiade di Rio dopo aver scontato interamente la pena sportiva e aver scelto come allenatore un’icona della lotta al doping come Sandro Donati, con il quale il marciatore si allena da oltre un anno, si sono schierati in questi mesi sia il presidente del Coni Giovanni Malagò (LEGGETE QUI le sue parole), sia il numero uno dell’atletica italiana Alfio Giomi (TROVATE QUI le sue dichiarazioni), secondo il quale il marciatore altoatesino avrebbe potuto rappresentare l’arma in più dell’Italia a Rio de Janeiro. Se le indiscrezioni della Gazzetta dello Sport si mostrassero fondate, del resto, per Schwazer l’Olimpiade resterebbe soltanto un sogno.