
Sebastian Coe - Foto PA Wire/PA Images/IPA
World Athletics ha approvato l’introduzione del tampone della guancia per determinare il sesso delle atlete. “La decisione presa dal World Athletics Council è un’ulteriore prova della massima protezione della categoria femminile. È importante parlare dell’integrità dello sport femminile, ma è ancora più importante garantirla davvero. Riteniamo che questo sia un modo davvero importante per fornire fiducia e mantenere quell’attenzione assoluta sull’integrità della competizione. La strada da seguire è senza dubbio questa, ma i test non devono essere troppo invadenti. La politica deve accettare il fatto che i controlli siano legali. Questo è il mondo in cui viviamo. Sono pronto ad affrontare ogni sfida con la politica. Siamo stati alla Corte arbitrale per i nostri regolamenti Dsd (differenza di sviluppo sessuale). Sono state confermate, e sono state confermate di nuovo dopo l’appello. Difenderemo al massimo delle nostre possibilità la categoria femminile”, le dichiarazioni del presidente della World Athletics Sebastian Coe, che ha garantito il massimo impegno nella protezione della categoria femminile. Non è stata ufficialmente definita una tempistica per l’introduzione del test di pre-autorizzazione, ma l’agenzia di stampa PA ha appreso che l’intenzione di World Athletics è quella di implementarli ai Mondiali di Tokyo di settembre.
Il caso di Imane Khelif ai Giochi di Parigi

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Dopo il caso Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi lo Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports era uscito con un editoriale proponendo la reintroduzione dei sex-test per l’analisi cromosomica (XX, donna, o XY, uomo) delle atlete. Nell’editoriale si affermava che le gare di boxe a Parigi hanno visto atleti con un presunto vantaggio maschile nelle categorie femminili, e questo pone con maggior forza la questione dell’idoneità negli sport femminili. Facendo riferimento a un precedente studio in cui si spiegava come alla produzione endogena di testosterone durante lo sviluppo del soggetto conseguono differenze basate sul sesso nelle dimensioni corporee, nella massa muscolare, nella resistenza, nella velocità e nella forza, l’editoriale ribadiva la necessità di categorie femminili separate e si pone la necessità di una rivisitazione della questione. La soluzione proposta per garantire gli sport femminili era l’esclusione dalle categorie delle donne di ogni individuo che abbia avuto uno sviluppo maschile -piuttosto che basarsi sui livelli attuali di testosterone- oltre al fatto di non basarsi sul sesso legale indicato nei passaporti o sull’identità di genere percepita dal soggetto.