[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”1132026″]
Tutti per Alessandro Talotti al PalaBernes di Udine. Familiari, amici, leggende dell’atletica come Javier Sotomayor: nessuno dimentica “JJ” che se n’è andato nello scorso maggio. Il meeting di salto in alto Udin Jump Development onora il suo ideatore, l’ex primatista azzurro quarto agli Europei di Monaco e in finale ai Giochi di Atene, con una migliore prestazione mondiale dell’anno: è quella del russo Ilya Ivanyuk che si arrampica a 2,29, un centimetro meglio di quanto già saltato dal bronzo mondiale di Doha il 20 gennaio a Chelyabinsk. Ivanyuk centra la misura al secondo tentativo (poi sbaglia tre volte 2,32) e si aggiudica la gara ai danni del belga bronzo europeo indoor Thomas Carmoy che salta 2,23 e fallisce in tre occasioni il 2,29. Più indietro tutti gli altri: in quattro a 2,20, nell’ordine il cubano Luis Zayas, l’ucraino Andriy Protsenko, il bulgaro Tihomir Ivanov e il messicano Erik Portillo.
Il migliore degli italiani è Silvano Chesani (Fiamme Oro) settimo con 2,16 alla prima. Alla stessa quota c’è anche Christian Falocchi (Fiamme Oro) ma con due errori. Poi Eugenio Meloni (Carabinieri, 2,12) e l’argento mondiale U20 Massimiliano Luiu (Libertas Sassari, 2,12). Al femminile, a imporsi è la bulgara argento olimpico di Rio 2016 Mirela Demireva: entra a 1,86 e si salva soltanto al terzo tentativo, poi aggiusta il tiro e supera comodamente 1,88 e 1,90. Rimasta da sola in gara, dà l’assalto a misure più ambiziose come l’1,97 ma senza successo. Seconda piazza per la finlandese Ella Junnila, 1,88 al terzo tentativo, prima di sbagliare per tre volte a 1,92. A seguire, la slovena Lia Apostolovski con 1,86 (terza), stessa misura dell’argento mondiale 2017 Yulia Levchenko, quarta per un errore commesso due centimetri più in basso. Per le italiane, 1,81 di Idea Pieroni (Carabinieri, quinta), 1,78 di Marta Morara (Atl. Lugo, settima).
[the_ad id=”1049643″]
[the_ad id=”668943″]
[the_ad id=”676180″]