La preparazione e il cammino verso Tokyo 2020 prosegue senza alcun tipo di stop. È ciò che ha ribadito il Cio a più riprese ed è proprio ciò che è stato detto agli stessi atleti che il 24 luglio saranno tutti presenti a Tokyo per i Giochi Olimpici estivi 2020. Di mezzo c’è un ostacolo grande, ora gigantesco, da sconfiggere: l’emergenza coronavirus. Un qualcosa di non pronosticabile e che tuttora tiene tutti gli atleti col fiato sospeso di fronte alla possibilità di uno slittamento/rinvio dell’Olimpiade. “Certo che l’epidemia di coronavirus mi preoccupa, ma c’è una cosa che ora non posso proprio permettermi di fare: dubitare che l’Olimpiade di Tokyo venga inaugurata il 24 luglio, come da programma – ha dichiarato lo sprinter azzurro Filippo Tortu in un’intervista al Corriere della Sera – La mia routine non è cambiata. Le incertezze legate ai Giochi non impattano un progetto iniziato nel 2016: sono quattro anni che penso all’Olimpiade di Tokyo. Il lavoro con papà non ha subito rallentamenti. Mi alleno come se il primo agosto cominciassero le batterie dei 100“.
Ad ogni modo le numerose restrizioni imposte sul territorio italiano hanno forzato gli atleti a cambiare i luoghi di allenamento: “Ho trasportato la palestra nella casa di Costa Lambro. In taverna c’erano gli attrezzi di mio padre, abbiamo aggiunto quelli che servivano a me. Mi sgranchisco nel giardino. Abbiamo modificato i luoghi, non i modi“. E ancora: “La situazione mondiale è tragica, cerco di aggrapparmi agli aspetti positivi: dovendo arrangiarmi con quello che ho a disposizione, ho ripreso a fare cose che non facevo più da anni. Esercizietti, mica chissà che. Ma è un tornare alle origini che mi fa sentire ancora più vicino alla mia atletica“.
Non tutti gli atleti però sono così convinti di andare avanti fino all’Olimpiade. C’è infatti chi dice che in questa situazione sia troppo rischioso: “Li capisco – ha commentato Tortu – E’ un’ansia che ti sale: abbiamo tutti fretta di sapere quale sarà il destino del nostro sogno. Però sono tranquillo: il Cio prenderà la decisione giusta“. E in caso di rinvio? “Se proprio deve essere, uno spostamento al 2022. Nel 2021 ci sono già i Mondiali, un evento che a livello psicologico ti prosciuga“.
“Non e’ facile mantenere il focus – prosegue Filippo – Qualcuno tra i favoriti magari non starà benissimo, perché in questi giorni sta mollando l’allenamento; poi c’è sempre l’outsider, chi non avevi considerato. Saranno Giochi pazzi e impronosticabili, molto legati alla psicologia degli atleti più che alla forma fisica. Chi arriva più pronto di testa, vince“, ha concluso l’azzurro.