Adesso si saranno convinti anche i più critici. La spedizione azzurra a Tokyo 2020 entra nella storia con il doppio oro dall’atletica che porta a quattro le medaglie del metallo più prestigioso a una settimana dal termine e che rende oggettivamente grandiosa fin qui l’Olimpiade del Team Italia. Lo fa in venti minuti di follia, di passione, di leggenda. Chi c’era, ha vissuto una pagina, anzi due, non solo di sport ma del costume d’Italia. Quasi da libri di storia. Chi non c’era, se lo sta facendo raccontare, guarderà le immagini. L’atletica diventa nazionalpopolare come il calcio e nell’anno di Euro 2020 vinti dalla Nazionale ecco anche due imprese da brividi ai Giochi.
Non abbiamo ancora nominato i protagonisti, è inutile: i loro nomi stanno risuonando già ovunque ed è giusto così. Gianmarco Tamberi, marchigiano, fuoriclasse del salto in alto che, come molti fuoriclasse, ha dovuto ingoiare un boccone amarissimo prima di conquistare l’oro. La medaglia doveva essere sua già nel lontano 2016, nell’ultima edizione di ormai cinque anni fa. Un infortunio beffardo a poche settimane dalla partenza per il Brasile gli ha detto di no. Non era scontato riuscire a superare psicologicamente quel momento, ma half shave ce l’ha fatta e si è ripresentato a Tokyo, non da favorito assoluto, ma sicuramente in corsa per la medaglia. E via col 2.30, 2.33, 2.35 senza errori. Persino 2.37, e a quel punto si è capito che era medaglia. Quando neanche il suo rivale Barshim è riuscito a saltare 2.39, ecco che i due si sono guardati negli occhi e hanno rinunciato allo spareggio: due ori, è giusto così, è uno va a un leggendario Tamberi, che impazzisce di gioia ed è la dimostrazione di cosa vuol dire essere un campione. Passano pochi minuti, quindici, venti al massimo, e si scrive una pagina di storia probabilmente ancora più grossa nei 100 piani. L’uomo più veloce del mondo, l’oro olimpico nel 2021, è italiano. Non è uno scherzo, è un mostro: è Marcell Jacobs, che migliora per tre volte il record italiano, prima in batteria, poi in semifinale, quindi in finale (centrata per la prima volta nella storia azzurra). Negli ultimi due casi anche con il record d’Europa, nell’ultimo caso anche vincendo. Cosa? L’oro. L’oro olimpico è dell’Italia, l’erede di Bolt è italiano. Nato in Texas, ma super italiano. E noi siamo super orgogliosi. E ora chi si permetterà più di criticare i risultati dell’Italia in Giappone?