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“Questa è una decisione che stavo considerando da tempo, perché in questi anni di collaborazione e grandi risultati si sono alternate altrettanto grandi divergenze. Ho fatto questa scelta con doverose cautele e un pizzico di coraggio, nasce dall’analisi della stagione fin qui disputata. Siamo ben al di sotto delle aspettative tecniche e c’é stato uno scambio di opinioni su cosa non stesse funzionando, ed è emersa una diversità di vedute. Non voglio in alcun modo compromettere la gara più importante dell’anno, insistendo su una strada che non ritengo giusta, e mangiarmi le mani a posteriori per non avere avuto il coraggio di prendere in mano la situazione. Questo c’è alla base della mia decisione. Non mi spaventa il fatto di essere affiancato in pedana da un altro allenatore, è già successo molte volte in questi anni, per diversi motivi, e questa evenienza non mi ha mai precluso la possibilità di fare prestazioni di alto livello”. Così Gianmarco Tamberi, campione olimpico a Tokyo nel salto in alto che ha annunciato la divisione professionale dal padre Marco. Cambio coach prima dei Mondiali in quel di Eugene per l’azzurro, tra i migliori atleti del roster italiano; campagna statunitense ambiziosa per il talentuoso Tamberi, il quale quindi accoglierà un professionista terzo nel suo team.
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