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Uno stop di ventidue mesi. Questa la sanzione inflitta al velocista britannico Chijindu Ujah dopo essere risultato positivo a due sostanze proibite durante le Olimpiadi di Tokyo lo scorso anno. Risultato positivo a ostarina e S-23 dopo la finale della staffetta 4×100 metri in cui la Gran Bretagna arrivò seconda dietro gli Azzurri, l’atleta era già stato privato della medaglia d’argento insieme ai compagni di squadra Zharnel Hughes, Richard Kilty e Nethaneel Mitchell-Blake. La sanzione è stata retrodatata al 6 agosto dello scorso anno perché quella era la data del test positivo. L’Unità di integrità atletica ha ritenuto valida e ha accettato la tesi di Ujah secondo cui non assumeva intenzionalmente sostanze proibite e che il suo test era positivo a causa dell’ingestione di un integratore contaminato.
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