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Gianmarco Tamberi è stato il grande protagonista nella notte italiana, in cui è sceso in pista per la finale di salto in alto maschile ai Mondiali di atletica 2022 di Eugene. Nonostante gli evidenti acciacchi fisici che ne avevano minato la prestazione già nelle qualificazioni, l’azzurro ha tirato fuori tutto il suo grande orgoglio, superando come ultima misura i 2,33 metri, alla pari con l’ucraino Protsenko, che ha però commesso meno errori nella fase clou e quindi si è potuto fregiare della medaglia di bronzo, lasciando a Gimbo solo quella di legno. “Finire così brucia”, spiega il campione olimpico alla FIDAL, “ma poteva andare molto peggio, viste le condizioni in cui mi sono presentato qui. È un Mondiale positivo per me: mi sono trovato con le spalle al muro in due occasioni stasera, a 2,30 e a 2,33, ma riuscire nei momenti di difficoltà è la mia caratteristica migliore. Mi spiace perché perdere una medaglia così brucia, ma se proprio dovevo farlo, allora sono contento che ci sia riuscito Protsenko, loro hanno bisogno più di noi di una speranza”. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Tamberi ha aggiunto, con uno sguardo al futuro: “Ora devo pensare a rimettermi in sesto. Il dolore al nervo del retto femorale della gamba di stacco si è fatto sentire anche in questa occasione e non posso continuare ad andare avanti ad antidolorifici. Chiaramente gli Europei di Monaco di Baviera (a metà agosto, ndr) sono un obiettivo concreto, così come la successiva finale di Diamond League di Zurigo”.
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