“Ciao, è il campione olimpico che parla“. Esordisce così Massimo Stano nell’intervista dopo la meravigliosa medaglia d’oro conquistata nella 20km di marcia alle Olimpiadi di Tokyo 2020, davanti ai padroni di casa Ikeda e Yamanishi. “A parte gli scherzi, è stata una gara veramente dura – spiega Stano -. Caldo, umido, come piace a me. Ho sperato che piovesse e si alzasse il sole perché so che in queste condizioni io soffro meno degli altri a quanto pare. Ho sofferto dall’inizio, mai ottime sensazioni, anche se sembrerà strano. Però negli ultimi due mesi mi ripetevo ‘sono il più forte del mondo’ e anche in gara ho lavorato molto mentalmente, pensavo ‘voi fate quello che volete, tanto io sono il più forte’“.
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Una vittoria in cui Stano ha creduto, ma raggiunta non senza difficoltà: “Un mese fa infiammazione al bicipite, abbiamo dovuto frenare un po’ con gli allenamenti, ho dovuto compensare mentalmente. Questa strategia mi ha dato fiducia e comunque me lo sentivo. Le medaglie di Jacobs e Tamberi sicuramente mi hanno dato una spinta in più quindi il ringraziamento va anche a loro. La vittoria la dedico a mia figlia Sophie e a mia moglie Fatima, che mi sopporta e supporta“.
Ringraziamenti poi anche per lo staff e tutti quelli che lo hanno aiutato nel percorso di avvicinamento ai Giochi. “Sono veramente contento, ma incredulo. Non voglio andare a dormire per non svegliarmi dal sogno” ha scherzato l’azzurro, rivelando anche un retroscena: “Oggi al mio manager di squadra Sergio Baldo quando mi ha telefonato ho detto: “Guarda, non c’è due senza tre”. L’avevo mezzo promesso“. Infine, Stano ha voluto ringraziare i gruppi sportivi ch elo hanno aiutato: “Non è di facciata, ma ringrazio le Fiamme Gialle che mi ospitano e le Fiamme Oro che è la mia squadra. Io sono un ibrido, anche se siamo squadre diverse funzioniamo insieme. Con la Nazionale la maglia è Italia. Devo realizzare, spero di metterci poco per guardare ancora più avanti“.