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“Quello che dice la Wada è privo di sostanza. Non vogliono ricordare, fra le tante cose, che ad Alex è stato imposto un rito abbreviato nel giugno 2016 con rinuncia ad ogni appello, la sede di Rio de Janeiro che non era competente, e difatti l’udienza lì è stata spostata dalla sede Tas in un ufficio privato. Non dicono che il laboratorio Wada di Colonia si è opposto con tutte le forze a consegnare le provette al Giudice italiano, che hanno tentato di consegnare una provetta B sbagliata non sigillata, che hanno indicato quantità sbagliate, non dicono che le provette, prima, erano rimaste a Stoccarda un pomeriggio ed una notte e c’è stata una falsa dichiarazione di consegna e non erano anonime”. Sono le parole di Gerhard Brandstätter, legale del marciatore azzurro Alex Schwazer, all’Adnkronos, sulla nota della Wada che si dice scioccata dal fatto che il giudice italiano ritenga opportuno emanare un decreto che formula accuse molto gravi senza prima dare alla Wada o alle altre parti un’adeguata opportunità per difendersi.
“Non dicono che la prova di Losanna di cui parlano è fuori da qualsiasi regola procedurale – fatta clandestinamente in pendenza del procedimento e della perizia in corso davanti al Giudice, senza informare lo stesso, il C.T.U. e tanto meno Alex, senza riscontri tecnici”. La speranza comunque è quella di riuscire a far partecipare Schwazer ai Giochi di Tokyo. “Ora stiamo aspettando Losanna. La possibilità che Alex vada ai Giochi? Bisogna andare al SFT (Suprema Corte Svizzera), chiedendo che ordini il riesame e dia la sospensiva; è un giudice civile che deve intervenire in materia sportiva, non è facile ma ci proviamo”, conclude Brandstätter.
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