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Alex Schwazer non perde la fiducia. Il marciatore azzurro, squalificato per otto anni per doping, si è visto bocciare il ricorso al Tas di Losanna, ma sapeva già che c’erano poche speranze, e così adesso il prossimo passo è il processo a Bolzano del 30 giugno in cui le chance di dimostrare la propria innocenza per l’altoatesino aumentano: “Sapevamo che a Losanna le possibilità erano scarse, perché ci sono molti indizi, ma ancora nessuna prova certa”, spiega l’azzurro al Dolomiten.
I giudici hanno respinto la tesi della difesa, ma il tempo non stringe più per Schwazer dopo il rinvio di un anno delle Olimpiadi di Tokyo: “Dopo lo spostamento dei giochi olimpici di Tokio, per me ora non è più così importante. Punto su Bolzano e sono fiducioso che la mia vicenda possa avere un buon esito. Che le provette nei laboratori vengono manipolate, lo sappiamo dai fatti avvenuti a Mosca. Se nel mio caso le provette sono state manipolate, allora il laboratorio di Colona è sicuramente coinvolto”. La data del processo potrebbe comunque slittare a settembre per via dell’emergenza coronavirus: “Per me è comunque importate poter dimostrare la mia innocenza”.
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