Atletica

Marcia, Alex Schwazer: “Ho già chiesto scusa, ora guardo solo avanti”

Alex Schwazer - Foto Antonio Fraioli

Alex Schwazer ha appena dominato, con un ottimo 3.39:00, la 50km di marcia di Roma, valida per il Mondiale a squadre. La sua prestazione, assieme a quella degli altri tre azzurri finiti in top10, ha permesso all’Italia di vincere la medaglia d’oro. Il campione altoatesino è stato intervistato subito dopo la gara ed ha raccontato così la sua gara ed il suo momento, togliendosi anche un paio di sassolini dalla scarpa.

Dove eravamo rimasti? Beh in una situazione molto brutta… Comunque tornare alle gare dopo quattro anni, su questa distanza, è stato molto difficile, ma sono in una buona condizione fisica ed oggi sono andato bene bene e sono contento. Nell’ultimo tratto ho cercato di restare molto concentrato. Sono contento di come stanno andando le cose in questo ultimo periodo, a partire dagli allenamenti.

Poi tornare in gara qua a Roma è stato bellissimo e ringrazio per il tifo incredibile, che è arrivato anche dai miei compagni di squadra. Proprio la squadra oggi è andata benissimo, soprattutto perché non è sempre scontato, nell’atletica leggera soprattutto, vedere quattro italiani tra i primi 10 della classifica (risata). E’ un privilegio fare le gare, concretizzare tutti i mesi che ho passato con chi mi è stato vicino e poi ottenere questo risultato. E’ stata una 50km che mi ricorderò per le belle emozioni, forse una delle gare più belle che ho fatto e che non dimenticherò mai.

Per quello che è successo io ho già detto più volte scusa ed, anzi, in questo paese sono uno dei pochi che ha chiesto scusa. Io non voglio più guardare più indietro, anche perché quello che è successo non si può più cambiare, nel bene o nel male. Nella vita si deve guardare avanti, ai nuovi obiettivi ed ai nuovi traguardi.

In passato dissi ‘squalificherei a vita tutti quelli che si dopano’, e se questa fosse la regola tanti di quelli che sono arrivati davanti a me dopo il 2008 probabilmente non ci sarebbero arrivati… e se questi avessero preso una squalifica a vita probabilmente io non mi sarei dopato. Io penso che è sempre facile giudicare, specialmente da parte di chi non è un atleta di alto livello che deve ottenere una grande prestazione. Quelli che giudicano non hanno perso niente col doping, io ho perso tutto col doping.

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