Lunga intervista a L’Equipe per Marcell Jacobs, che tra poco più di due settimane sarà chiamato a difendere due titoli olimpici ai Giochi di Parigi 2024. L’oro di Tokyo 2020 nei 100 metri e nella 4×100 si è raccontato al quotidiano francese, ripercorrendo alcune delle principali tappe della sua vita sia come atleta che come uomo. “Diventare campione olimpico era un obiettivo che avevo fin da bambino, sapevo che l’avrei raggiunto – spiega Jacobs – Gli infortuni mi hanno fatto abbandonare il salto in lungo, che era la mia principale specialità. Ho pensato che sarebbe stato molto più difficile vincere nei 100 metri per l’elevata concorrenza.”
Sull’avvicinamento alle Olimpiadi di Tokyo, il recente campione europeo racconta: “Ho vinto i 60 metri agli Europei indoor, dopo che ho iniziato a lavorare con un mental coach. E’ stato un lavoro importante a livello personale, ho scoperto cose che probabilmente avevo nascosto per tutta la vita. L’impatto sul lavoro in pista è stato positivo e così sono arrivato alle Olimpiadi nelle condizioni migliori possibili. A Tokyo c’era il contesto Covid, ma io ero in una bolla dove esistevo solo io. Prima della gara però non riuscivo a dormire, mi svegliavo sperando anche fossero le 12 e invece erano le 5:45. Alla fine è stata peggio la semifinale, perchè dopo aver corso il record europeo ho affrontato la finale con grande serenità. Ricordo tutto, mi sono visto primo dopo 70 metri e mi sembrava di vivere un film. Ero in un altro mondo. Correvo senza fare alcuno sforzo.”
Cinque giorni dopo il trionfo bissato con la staffetta 4×100: “Avevo dolori dappertutto, non avevo energia. Non ero pronto a cosa avrei trovato in Italia, la fama la desideravo ma i primi giorni è stato un incubo. Dopo ci sono stati i sospetti di doping perchè non correvo più dopo i Giochi, io ero in pace con me stesso ma quei commenti fatti in Italia non sono stati facili da digerire. Alla fine però dopo un titolo diventa tutto complicato, è più difficile vincere di nuovo. Mi sono sempre rialzato dopo le bastonate che ho preso, in quel periodo ho capito che devo prendermi cura di me stesso.”