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“In tanti hanno fatto finta di non sapere nulla di me, soprattutto i miei amici-rivali“. E’ lo sfogo di Marcell Jacobs dopo le tante insinuazioni e i dubbi dopo l’oro di Tokyo. Il campione olimpico mostra a Franco Fava, ex mezzofondista oggi firma del Corriere dello sport una chat di Whatsapp risalente a due mesi prima di Tokyo con Fred Kerley, lo statunitense argento nei 100. “Siamo amici da tempo sui social e quando gli ho inviato un video dell’uscita dai blocchi in allenamento a Rieti, ecco cosa mi ha risposto: ‘9″80 clean’. Esattamente il tempo che poi ho fatto in finale. Dubbi lui? E cosa dovrei pensare io di uno specialista dei 400 che da una stagione all’altra passa da 10″30 a 9″84?”.
Nell’intervista al Corriere dello Sport Jacobs replica anche al canadese De Grasse, bronzo sui 100 e oro nei 200 a Tokyo: “Mi conosceva, eccome se mi conosceva: a Montecarlo il 9 luglio mi era arrivato dietro quando avevo corso in 9″99. A Tokyo sono stato testato otto volte in dieci giorni, così come in tutte le mie gare della stagione. Questi sospetti mi hanno un po’ amareggiato, ma non mi toccano più di tanto. Tutto nasce dal fatto che in molti pensavano che i 100 a Tokyo dovesse vincerli un americano e invece sono spuntato io… Il rinvio dei Giochi di un anno certamente mi ha aiutato, perché il 2020 è stato di transizione. Già nel 2019 facevo 10″03, pur correndo ancora con lo stile del lunghista”.
Poi ha concluso: “C’era una parte di me che tenevo nascosta – racconta Jacobs – non esiste la parola magica per farla emergere ma con l’aiuto della mental coach sono riuscito ad abbattere anche questo muro. Sono un uomo fortunato, io. Non potrei fare a meno della mia famiglia, della mia compagna e dei due piccoli. Senza di loro, da single, mi perderei in mille distrazioni. Per questo cerco di passare più tempo possibile con loro in casa. Sono la mia forza”.
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