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“Con mia mamma ci sono altre priorità, parliamo di tutto tranne che di atletica. Il confronto è inevitabile ma anche un po’ vano perché siamo saltatrici diverse che gareggiano in epoche diverse“. Old-style Fiona May, “new-style” Larissa Iapichino. In un’intervista all’Agi la ragazza prodigio dell’atletica leggera, reduce dalla seconda miglior prestazione di sempre nel salto in lungo italiano con un 6,80 nel meeting di Savona, parla del rapporto con mamma Fiona May. “Lei mi dice che se fosse nata in questo periodo avrebbe fatto molto di più sia per le strutture che per le stesse scarpe ideate per il salto in lungo – ha aggiunto Larissa -. Diciamo che dopo quel nullo di pochissimo di Vittorio Veneto ho capito che una misura molto simile a quella di Savona l’avrei potuta fare, era nei miei pensieri e ci speravo, in pedana c’erano avversarie quotate come Tania Vincenzino che per me è un’icona, una veterana avendo vinto tanti titoli italiani“.
Ma per crescere bisogna sempre migliorare i particolari e durante il lockdown, non appena è potuta tornare allo stadio Luigi Ridolfi di Firenze per i consueti allenamenti, Larissa ha modificato la rincorsa: “Non ero rimasta molto soddisfatta della stagione indoor e anche la vecchia tecnica non andava più, facevo troppi errori. Adesso ho cambiato la rincorsa, più fluida, più omogenea con una partenza della rincorsa non più sbilanciata all’indietro con la schiena ma come se dovessi fare uno sprint. Il salto nella fase aerea è un due e mezzo anziché il veleggiato“. Infine sulla presenza di mamma e papà alle gare: “Mia madre alle gare non viene spesso e a me va bene così perché comunque restando a casa le guarda in streaming: alle gare a me piace stare con i miei amici. Anche papà vorrebbe parlare di atletica, ma a casa preferisco parlare d’altro“.
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