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Usain Bolt, l’uomo più veloce del mondo, è stato ospite di vari sponsor a Dubai nell’ambito dell’Expo. In quell’occasione, domenica 14 novembre aveva dichiarato: “Mi è mancato non gareggiare alle Olimpiadi. È stato frustrante seguire le gare da casa, in televisione. Mi sarebbe proprio piaciuto esserci, anche perché avrei potuto rivincere il 100 metri. Quel 9″80 sarebbe stato alla mia portata”. Translitterato: “Caro Marcell Jacobs, ci fossi stato io, a Tokyo al massimo ti saresti dovuto accontentare dell’argento”. Perché, l’allora ventiseienne azzurro, per vincere il titolo della specialità regina dei Giochi Olimpici, ha avuto bisogno proprio di quel 9″80, secondo record europeo nel giro di poche ore dopo il 9″84 stampato in semifinale. Una sorpresa per molti, meno per chi l’aveva seguito lungo il corso della stagione. Per gli addetti ai lavori infatti, quel tempo era ampiamente nelle sue corde.
In prima istanza, il campione olimpico in carica, Marcell Jacobs, non ha risposto. Poi, nel pomeriggio di domenica 21 novembre, ha pubblicato su Instagram un post in inglese. Senza mai citare l’otto volte campione olimpico giamaicano, ha replicato, molto ironicamente, quasi tendendo alla presa in giro, alle sue parole: “Tu sei il mio idolo, dunque grazie per il ‘tanto di cappello’. Ma hai anche detto che saresti sicuro di battermi. Io allora sono pronto alla sfida. Cosa ne pensi di cominciare con un ‘rubabandiera’ per beneficienza? Tu porti la tua squadra ed io la mia”. I commenti dei fan non si sono fatti attendere, inneggiando proprio ad una sfida che in pista, verosimilmente, mai ci sarà. Non a caso, Bolt, si è ritirato dalle competizioni agonistiche da ben più di quattro anni, dopo i Mondiali di Londra 2017.
Il poliziotto di Desenzano del Garda, nel giorno della chiusura dei Giochi giapponesi, aveva avuto modo di esprimere una sorta di dissenso nei confronti del predecessore: Speravo si facesse vivo. Nell’albo d’oro dei 100 metri, dopo il suo nome, è presente il mio. Direttamente però, non l’ho mai sentito”. Questo malinteso però è stato chiarito tra i due e il giamaicano aveva inviato al successore un messaggio di complimenti. Un mese dopo però, il 12 settembre, quando entrambi erano ospiti del Gran Premio di Formula 1 a Monza, si erano più o meno volutamente evitati. Fino al momento del botta e risposta di questi giorni.
Nel frattempo però, Jacobs ha ripreso la preparazione atletica invernale, iniziando a fare sul serio. Le sedute di allenamento allo stadio Paolo Rosi di Roma sono sempre più dense di qualità e quantità, durante le quali si continua a cercare uno sparring partner per le ripetute. Oltre a questo il velocista italiano sta cercando un insegnante d’inglese. Infatti avrà bisogno di migliorarlo esponenzialmente per il ritorno alle gare grazie al suo nuovo status internazionale.
Anche i suoi avversari scalpitano: di recente, tra gli altri, hanno ufficializzato la partecipazione alla stagione indoor Christian Coleman, la cui squalifica di diciotto mesi per doping è scaduta da otto giorni e Ronnie Baker, quinto sui 100 alle passate Olimpiadi. I due, agli ultimi mondiali al coperto, quelli di Birmingham nel 2018, sono stati rispettivamente oro e bronzo.
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